Baby gang, i minori già segnalati La rabbia dei giovani bengalesi

Il portavoce della comunità Kamrul Syed: «Bloccare le aggressioni per evitare ulteriori scontri» L’assessore Venturini: «Stiamo cercando di potenziare l’assistenza rivolta agli adolescenti»
Di Francesco Furlan

Sono già stati segnalati alla procura minorile, per l’ennesima volta, tre dei cinque ragazzi che lunedì sera hanno preso di mira e picchiato due ragazzi bengalesi di 16 e 18 anni in piazzetta Madonna Pellegrina, Altobello.

L’indagine. Tre adolescenti noti alle forze dell’ordine e in particolare alla Squadra mobile veneziana, che da oltre un anno si sta occupando del fenomeno, e che ha raccolto anche le testimonianze sull’ultima aggressione, alla quale hanno partecipato anche due ragazze, sulle quali ora si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori. In particolare una delle due, fidanzata del capo del gruppetto dei tre, nell’aggressione avrebbe colpito con un calcio il 16enne bengalese, mentre si trovava steso a terra e già riempito di botte. Un’aggressione che per l’ennesima volta ha colpito membri della comunità bengalese, ma se nelle precedenti le vittime erano soprattutto bengalesi adulti, questa volta la rabbia del branco si è scatenata contro un gruppetto di vittime più giovani. I due bengalesi pestati infatti erano assieme ad altri cinque amici connazionali, di età compresa tra i 13 e i 18 anni. La comunità è preoccupata.

La comunità bengalese. «Sappiamo che la polizia sta lavorando sodo su questo fenomeno e che le aggressioni riguardano anche persone di nazionalità diversa, come è accaduto per il negoziante di Favaro», dice Kamrul Syed, portavoce della comunità, «ma è un fatto che molte delle vittime siano bengalesi, e che ora questi teppisti sfoghino la loro rabbia anche contro i nostri giovani. Il mio timore è che prima o poi possano ribellarsi, perché non sono disposti a subire e alla loro età si fa presto a reagire con la violenza alla violenza». I giovani bengalesi di Altobello, per esempio, dopo l’aggressione di lunedì sera si sono organizzati in modo da contattarsi telefonicamente in caso di aggressione. Per chiedere aiuto, ma anche per chiedere rinforzi, qualora potesse servire. «Bisogna evitare che questo accada», aggiunge Kamrul Syed, «bisogna fermare queste aggressioni». Ce ne sono state cinque negli ultimi tre mesi, dal 19 settembre - quando un bengalese venne aggredito in via Torino - a lunedì scorso, con i due ragazzi picchiati ad Altobello e salvati dall’intervento del pasticciere Salvatore Raia.

Il Comune. Il problema delle aggressioni preoccupa anche il Comune. «Una delle principali critiche al vecchio sistema del welfare comunale è il fatto che le risorse sono state investite iniquamente, dando poche risorse agli interventi sull'adolescenza e i giovani in un momento in cui la società fa i conti con lo sgretolamento di modelli educativi, come il ruolo degli insegnanti messi in discussione dalle stesse famiglie», spiega l’assessore ai Servizi sociali, Simone Venturini. «Ora noi stiamo cercando di cambiare le cose, un mese fa abbiamo esteso il servizio educativo domiciliare anche ai ragazzi dai sedici ai diciotto anni, con la possibilità ora di attivare gli assistenti sociali delle cooperative che lavorano per il Comune. Il processo per cambiare le cose è lungo ma intervenire è doveroso. Per fortuna non ci troviamo di fronte a baby gang come quelle sudamericane che agiscono a Roma o Milano, con una organizzazione criminale gerarchica precisa. Ci troviamo di fronte a piccoli delinquenti, teppisti e vandali. Ma questo non riduce l'importanza di un lavoro che avrà i suoi frutti, se possibile, solo tra anni».

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