Baby gang a Venezia, Bonzio condannato a 3 anni e 2 mesi

Il 19enne di Sant’Elena accusato di aver partecipato a una tentata rapina, si è scusato. Potrà uscire di casa per lavorare

VENEZIA. Tre anni e 2 mesi di reclusione. A tanto è stato condannato Sebastiano Bonzio, il 19enne di Sant’Elena finito agli arresti domiciliari a primavera, nel filone delle inchieste sulle violente scorribande di diverse baby gang, che l’anno scorso hanno seminato paura e botte tra Venezia e Mestre.

L’accusa nei confronti del ragazzo - che ha fatto mea culpa, scusandosi e risarcendo la vittima con 2 mila euro - è quella di aver partecipato a una violenta tentata rapina ai danni di un giovane bengalese, a Mestre: mentre i suoi amici minorenni aggredivano l’uomo a pugni, lui - pur non partecipando al pestaggio - gli avrebbe precluso la via di fuga. Giudicando l’episodio molto grave, il pubblico ministero Massimo Michelozzi che ha negato il patteggiamento a 2 anni proposto dall’avvocato Renato Alberini. Il giovane si trova agli arresti domiciliari da 7 mesi.


Così ieri, si è giunti al processo con rito abbreviato e, quindi, con lo sconto di un terzo della pena in cambio di un processo più celere rispetto a quello tradizionale in aula, sugli atti già acquisiti. Il giudice per le udienze preliminare Gilberto Stigliano Messuti ha condannato Bonzio a 3 anni e 2 mesi di reclusione, confermando la misura cautelare, ma concedendogli l’autorizzazione a tornare al lavoro in un cantiere nautico. Il pm Michelozzi aveva chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi.

«Questo ragazzo ha compreso in pieno la gravità della situazione nella quale si è trovato: si è scusato pubblicamente, la famiglia ha risarcito il signore e ha giurato che certamente non si ritroverà in situazioni simili», commenta l’avvocato Alberini, «ma è il caso di ricordare che non ha partecipato al pestaggio attivamente. Oltre 3 anni di reclusione ci sembrano comunque molti per un ragazzo di 19 anni senza precedenti e ricorreremo in Appello».

Ad attendere Bonzio, prossimamente, c’è un altro procedimento: nei giorni scorsi, infatti, sempre il pubblico ministero Massimo Michelozzi ha firmato l’atto di chiusura delle indagini sul violentissimo pestaggio di quattro giovani in Erbaria. Un’aggressione a due coppie - un ragazzo si era ritrovato con 99 giorni di prognosi, la sua amica con 75 - scoppiata per pura provocazione. Colpiti da un lancio di bottiglie anche i due agenti che si trovavano di pattuglia in Erbaria ed erano subito intervenuti.

Agli arresti domiciliari sono finiti i 18-19enni Edoardo Bressan (Mestre), Othamane Janah (Zelarino) e Catalina Georgiana Curcumeli (Spinea), accusati di far parte del gruppo di una ventina di ragazzi (molti minorenni) protagonisti nella notte del 7 aprile della violentissima aggressione. In sede di indagini preliminari, la gip Paccagnella aveva negato - invece - la misura cautelare proprio per Bonzio, ritenendo non provata la sua partecipazione al pestaggio, anche se certamente era in campo San Giacometto.

Gli indagati hanno raccontato di essersi ritrovati nel mezzo della rissa, ma di non averla provocata. La Procura ritiene di aver prove circostanziate, testimonianze e video. Curcumeli ha chiesto di essere nuovamente interrogata dal pm e anche gli altri indagati potranno presentare richiesta in tal senso o memorie a difesa. Poi il pm avanzerà la sua richiesta di rinvio a giudizio. —

Roberta De Rossi
 

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