«Babbo Natale, porta cibo ai bambini più poveri»

Tutte le richieste dei bambini nelle 5.700 letterine spedite a Poste italiane Dai mostriciattoli alle Play station, dalle promesse ai sogni da realizzare
Di Simone Bianchi

«Babbo Natale, quando vieni a casa mia, se dormo, chiamami che ti vorrei conoscere». Poche parole, quelle della bimba mestrina di nome Megane, che racchiudono la magia del Natale e delle letterine che a migliaia ogni anno vengono inviate per posta agli indirizzi più fantasiosi.

Poste Italiane come sempre le raccoglie, e risponde a ciascun bambino aggiungendo anche un piccolo dono. Quest’anno sono già 5.700 quelle spedite dai bimbi del solo Nordest, 4.800 dal solo Veneto e oltre 800 dalla provincia veneziana. Altre in genere arrivano ai centri di smistamento anche fuori tempo massimo.

La notizia è che nell’era di internet e dei social network, le lettere a Babbo Natale con carta e penna non passano mai di moda, raccogliendo desideri e aspettative dei più piccoli. Gli indirizzi ai quali vengono inviate sono i più disparati: via 25 dicembre 2, Rovaniemi; Babbo Natale Finlandia (con francobollo da 100 lire!); via delle Renne 1000, 00111 Polo Nord; oppure “Strada per il Polo Nord dove c’è tanta neve”; e infine per San Nicolò, via delle Mura Vecchie Bari, rifacendosi alla tradizione locale.

Tutti indirizzi esatti, per carità: vanno benissimo, i postini infatti li riconoscono e mettono da parte le lettere, senza perderne alcuna.

Ma come sono le lettere dei bambini? Dal supermercato dalla fantasia dei bambini esce di tutto tra colori e brillantini, e alcune lettere potrebbero essere capolavori di grafica. Le richieste vanno dai giochi ai mostriciattoli, dai passatempi alle costruzioni, fino ai cagnolini veri o di peluche, bambole di antica tradizione o playstation per i più tecnologici.

Per certe scuole primarie, come testimoniano buste tutte uguali ricevute nei centri di smistamento di Poste Italiane, la lettera a Babbo Natale è un esercizio di scrittura e disegno, che i bambini fanno più volentieri dei classici temi. Una classe seconda di Chioggia chiede ad esempio in coro di portare doni e cibo ai bambini poveri. I tre fratelli Riccardo, Denise e Damiano avvertono: «È il primo anno che ti scriviamo perché non sapevamo si potesse». Linda di Spinea: «Non vediamo l’ora che arrivi e ti lasceremo cose buone da mangiare».

E chi scopre forse per la prima volta Babbo Natale è Mohamad, che scrive soltanto “Vengo dall’Iraq” e sembra aver detto tutto con poche parole.

Giulia ha 12 anni ed è di Marano Veneziano, nella sua lettera scrive: «Crediamo che il rispetto verso ogni cosa e ogni persona sia un sogno realizzabile. Correre a più non posso, incontrare un piccolo amico moldavo che non parla bene l’italiano». Andrea del Lido di Venezia dice: «Spero che sono stato buono e salutami le renne, gli elfi e tutti i tuoi abitanti, spero che state bene». Troppo piccolo per scrive ma grande abbastanza per sognare è Giulio di Mirano (è la mamma a scrivere): «Sono stato buono e bravino anche se qualche volta faccio i capricci, faccio ginnastica con altri miei compagni d’asilo che sono anche miei amici».

Giulia di Cona: «Sono molto brava come hobby faccio danza e vado in piscina con mio papà. Vorrei sapere quanti anni hai. Ma te quanti animali hai?». E la magia del Natale continua.

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