Azienda veneta sfonda con i salami di pecora per l'Islam

Tre giovani produttori di Anguillara hanno dato inizio a una produzione di salumi rigorosamente non di maiale

ANGUILLARA VENETA. Prosciutti, salami, salamelle, sopresse, lonzini, sella e perfino il fiocco, il corrispettivo del culatello. Per gli islamici. infatti hanno una particolarità: sono tutti rigorosamente di pecora.

A produrli sono Andrea, Luca e Davide Morandi, giovani titolari (il più vecchio ha 35 anni) dell’azienda Veneto Ovini di Anguillara Veneta, in provincia di Padova, unici produttori specializzati nel genere in Veneto.

I Morandi, per sfuggire alla crisi che attanaglia tutto l’universo delle carni (bovine e suine in primis), hanno puntato sui salumi di pecora per conquistare un mercato dalle grandi potenzialità, quello islamico, che vieta il consumo di carne di maiale, asino e cinghiale.

In Europa vivono oltre 60 milioni di musulmani, di cui 1,6 in Italia, con un giro d’affari legato alla carne stimato in 70 miliardi di euro annui e una crescita per la sola Italia del 15 per cento all’anno (dati di Halal Italy). Macellerie islamiche, kebab e negozi etnici sono in grande espansione in Italia e si caratterizzano per la vendita della carne halal che significa “permessa”), che per il Corano deve essere ottenuta con macellazione rapida mediante sgozzamento e dissanguamento. Morandi crede a questa nuova opportunità di espansione e per questo ha chiesto anche la certificazione, che viene rilasciata dall’Halal Italy Authority ed è riconosciuta a livello internazionale.

E’ un marchio di garanzia importante per le aziende che vogliono posizionarsi nel mercato islamico e soddisfare le esigenze dei consumatori di fede musulmana.

 “La nostra è un’azienda nata dall’esperienza di tre generazioni dedite alla pastorizia e all’allevamento delle pecore – racconta Davide Morandi -. Mio padre e mio nonno allevavano bestiame. Fino al 2009 noi vendevamo carne all’ingrosso, con il clou delle vendite a Pasqua. Poi, complice un certo ristagno del mercato, ci è venuta la nuova idea di business: trasformare la carne di pecora e agnello in salsicce e salumi di alta qualità, destinandola non solo ad un mercato interno di nicchia, che cerca sapori nuovi, ma anche al mondo islamico, che non può consumare salumi di maiale”. L’azienda padovana alleva circa 2000 capi, suddivisi in diversi greggi che pascolano dal Delta del Po al Nevegal, in provincia di Belluno. I fratelli Morandi allevano razze italianissime come la pecora biellese e bergamasca, in controtendenza rispetto a un mercato che privilegia animali provenienti dall’estero. La produzione di salumi, iniziata in via sperimentale con insaccati misti di pecora e maiale, si basa sull’utilizzo di diversi tagli, da cui nascono il cacciatorino di pecora, il prosciutto, il fiocco tipo culatello, il lonzino che viene ricavato dalla lombatina, le sopresse.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia