Avvelenati i pesci rossi dell’Ospedale

Se ne sono accorti ieri mattina appena entrati i dipendenti del nosocomio, erano almeno una trentina
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 02.11.2013.- moria di pesci rossi nelle due vasche dell'ospedale SS.Giovanni e Paolo di Venezia.- Nella foto medico preleva compioni di acque dalle vasche.-
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 02.11.2013.- moria di pesci rossi nelle due vasche dell'ospedale SS.Giovanni e Paolo di Venezia.- Nella foto medico preleva compioni di acque dalle vasche.-

VENEZIA. Erano parte della storia dell’Ospedale Civile i pesci rossi che ieri mattina sono stati trovati morti. Galleggiavano ammucchiati nelle due vasche ubicate nel chiostro centrale dove stavano ormai da anni. La causa definitiva del decesso della quarantina di pesci è ancora in corso di verifica presso i laboratori dell’Usll 12 e di Veritas, ma per esclusione è quasi sicuro che si tratti del gesto volontario di una persona. Le prime osservazioni hanno evidenziato un tasso elevato di cloro nelle vasche, assente nel resto dell’impianto. Per questo si fa sempre più probabile l’ipotesi che qualcuno abbia versato del liquido nelle due vasche con il preciso intento di fare fuori i pesci. Ieri si è comunque proceduto a ripristinare lo stato normale delle vasche che avevano destato la preoccupazione degli animalisti. La paura era infatti che i gatti che si aggirano da anni nel medesimo cortile, potessero avvicinarsi all’acqua infetta e rimanere di conseguenza avvelenati. Non si trattava di una mera preoccupazione. In mattinata un medico aveva rincorso un gatto che si stava allontanando tenendo uno dei pesci morti in bocca, riuscendo a strapparglielo. L’episodio è avvenuto nel corso della notte, probabilmente verso le prime luci dell’alba dato che sulle otto un infermiere si è accorto del macabro spettacolo. Quando si è avvicinato ha visto che due pesci stavano ancora boccheggiando. Vicino a loro c’era anche una tartaruga che ormai si era adattata a una convivenza pacifica con i compagni rossi e che dava ancora segni di vita. L’infermiere ha chiesto allora a una volontaria presente di correre a prendere un secchio e di riempirlo di acqua pulita per tentare di salvarli. Sembra che i tre piccoli animaletti siano sopravvissuti, ma per tutti gli altri non c’è stato verso perché ormai erano già morti, addossati uno sull’altro. La prima preoccupazione del personale è andata ai pazienti e all’acqua che viene distribuita in tutto l’ospedale. Si è subito controllato che l’impianto generale fosse apposto, confermando dopo poco che non c’erano problemi. Poi si è passati a verificare che la pompa della vasca dei pesci non avesse dei danni e anche in questo caso l’esito è stato positivo. Si è quindi fatta avanti l’ipotesi peggiore: gesto volontario. I pesci allietavano le ore dei malati e rappresentavano il passatempo dei più piccoli che si divertivano a portare qualche briciola di pane. «Ho visto dei bambini impressionati», ha detto un infermiere, « che si sono messi a piangere». Non ci sono rimasti male solo i piccini. Per tutta ieri anche i grandi hanno commentato la notizia in rete, scandalizzandosi per tanta crudeltà.

Vera Mantengoli

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