«Avrò 105 anni il giorno dell'udienza»

Collezionista centenario chiede giustizia: «Quel pezzo di Sironi è mio»
Un particolare del quadro di Sironi conteso tra il centenario veneziano Guido Trevisan e l’industriale bolognese Cavazzi
Un particolare del quadro di Sironi conteso tra il centenario veneziano Guido Trevisan e l’industriale bolognese Cavazzi
L'agguerrito centenario Guido Trevisan, noto imprenditore e collezionista d'arte, che già si è battuto perchè la nuova fermata Actv di Santo Spirito alla Zattere rimanesse dove era, a differenza di altri addirittura disposti a pagare le spese per lo spostamento, ora ha pubblicato un avviso a pagamento sul
Corriere della Sera
, sborsando ben 27 mila euro, per ribadire che un dipinto di Sironi è suo e non dell'industriale bolognese Claudio Cavazza e per lamentarsi dei tempi lunghi della Giustizia.


«Allegoria 1925» di Mario Sironi era stato sequestratio dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico di Venezia nel 2001, immediatamente dopo la sua esposizione e vendita battuta ad una asta in laguna e organizzata dalla Semenzato-Finarte il 16 dicembre di quell'anno. I militari dell'Arma si erano mossi perchè l'anziano industriale bolognese titolare di una delle maggiori aziende farmaceutiche italiane, la Sigma Tau, tra l'altro anche lui collezionista d'arte e mecenate, aveva segnalato con una denuncia che quell'opera del pittore sardo gli era stata rubata nel 1999.  Il Trevisan, che per poco meno di ventimila euro l'aveva acquistato all'asta pubblica, però, rivendica il possesso dell'opera e quando il dipinto è stato restituito a Claudio cavazza ha avviato una causa davanti al Tribunale civile di Roma, che nel giugno di due anni fa ha stabilito che il proprietario è proprio il collezionista veneziano.


«Allegoria», però, è ancora appeso al muro della casa romana dell'imprenditore bolognese, che nel frattempo ha presentato ricorso contro la sentenza di primo grado. I giudici della Corte d'appello della capitale, proprio nei giorni scorsi, hanno fissato l'udienza per la fine del 2014.


«In questo Paese - commenta amaro Trevisan pewr spiegare il motivo che lo ha spinto ad acquistare mezza pagine sul giornale per l'inserzione - se hai cento anni non hai più diritti: la giustizia è cosa per i giovani, per i ricchi o per i filibustieri che sanno approfittare delle inaccettabili condizioni del servizio giustizia. Se hai cento anni, il sistema giudiziario italiano ti costringe ad abbandonare ogni speranza». Ma Trevisan, di abbandonare le speranze di poter tornare in possesso del Sironi, che per acquistarlo decise di vendere un appartamento in Canal Grande, non ne vuole sapere. «Io non intendo piegarmi a questa situazione - prosegue - e non intendo restare in silenzio, quel quadro mi appartiene e voglio poterne godere la vista fino alla fine dei miei giorni».


Il collezionista precisa di aver comprato il Sironi per l'affetto che lo legava al pittore, conosciuto personalmente. «Chi si intende di arte contemporanea - sottolinea - mette il futurismo in testa a tutto». «La sentenza - spiega il suo legale, l'avvocato Simone Zancani - arriverà quando Trevisan avrà quasi 105 anni e il mio assistito non lamenta di essere vittima di un errore giudiziario, ma del sistema giudiziario in quanto tale, delle sue lentezze e delle sue incomprensibili farraginosità - conclude il legale - quella di Guido Trevisan è una vicenda kafkiana nella quale ci si sente stritolati».

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