Avis, donazioni record nel 2015

Chioggia. Il presidente Capon: «Siamo andati oltre il fabbisogno locale di sangue»

CHIOGGIA. Avis di Chioggia sempre più “generosa”. Aumentano le donazioni di sangue, aumentano i volontari e di conseguenza la capacità non solo di rispondere al fabbisogno della città, ma di esportare sangue nelle realtà che non riescono a essere autosufficienti.

I numeri, tutti positivi, sono stati illustrati dal presidente della sezione locale, Nevio Boscolo Cappon, domenica scorsa durante l’assemblea annuale dei soci a cui è intervenuto anche il presidente provinciale Giorgio Brunello.

L’associazione ha chiuso il 2015 con 2.257 donatori, tra cui 207 nuovi iscritti che hanno fatto almeno una donazione o che hanno ripreso a donare. Le donazioni sono passate da 4.218 del 2014, a 4.431 del 2015. Tra queste 3.623 di sangue intero, 779 di plasmaferesi, 29 di piastrinoaferesi un +5,05% rispetto all’anno precedente.

«Un risultato straordinario», sottolinea il presidente della sezione locale, Nevio Boscolo Cappon, «che ci permette di garantire non solo la copertura del fabbisogno di sangue locale, ma anche l'esportazione a altri centri ospedalieri meno forniti o con più necessità. Con questi numeri l'Avis di Chioggia è una delle poche realtà della provincia che chiude il 2015 in positivo e che dà un segnale costruttivo per tutta la realtà del volontariato».

Nel 2015 la sezione locale ha avviato anche alcune novità. «Abbiamo migliorato il servizio di accoglienza prevedendo una volontaria», spiega il presidente Boscolo Capon, «finalmente il donatore ha un punto di riferimento per dialogare con l'associazione, siamo stati i primi nella provincia a attivare il servizio di prenotazione via web e, per dare sempre più servizi ai donatori, abbiamo anche attivato la nuova app “Avis Chioggia”».

Tra gli obiettivi per il nuovo anno la fidelizzazione dei donatori per ridurre l’emorragia di iscritti dato che anche nel 2015 ci sono state 163 cancellazioni. «È importante continuare a donare periodicamente», ricorda Boscolo Cappon, «come pure riuscire a convincere altre persone a diventare donatori, aumentando la componente giovanile per fare in modo che in ambito associativo ci sia il necessario cambio generazionale. La crisi economica che stiamo vivendo condiziona la società in generale e anche le realtà di volontariato, ma l'Avis ha tante risorse. La forza di ogni donatore sta nella consapevolezza che la propria generosità andrà a beneficio di chi è in difficoltà». (e.b.a.)

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