Avanti con il piano per il restauro di Palazzo Carraro
NOALE. Si va avanti con il progetto di recupero dell’ex consorzio agrario di via Rossi a Noale, dove in futuro ci saranno gli uffici di Acque Risorgive. Nell’ultimo Consiglio comunale l’argomento è emerso, dopo che l’assemblea era chiamata a discutere di un’osservazione arrivata all’ufficio tecnico sulla variante parziale al piano regolatore adottata lo scorso dicembre. Ma la discussione è stata viva, con la lista di opposizione Noalesi al Centro a chiedere lumi sui costi.
Secondo gli accordi stipulati tra le parti, Acque Risorgive acquisterà il terreno dal Comune per un importo di 270 mila euro dove costruirà la nuova sede destinata ad accogliere gli uffici ora a Mestre e Mirano. Con il recupero di Palazzo Carraro, nasceranno una sala polifunzionale da 150 posti e potrà essere usata, gratis, pure da Noale e una nuova biblioteca, abbandonando l’attuale sede di piazza XX Settembre.
Nella fascia verde vicina al Marzenego si prevede un percorso didattico con attività dedicate alle scuole. «Prima serviva uno studio di fattibilità», dice Michele Cerversato, «e qui si parla di una vendita dell’area per 270 mila euro per 19. 630 metri cubi: stiamo regalando al consorzio. Bisognava definire i volumi, la viabilità, i costi e come finanziarli. Dove andranno a parcheggiare le centinaia di dipendenti di Acque Risorgive? Avete fatto i conti per ristrutturare l’edificio di Palazzo Carraro? Si andrà sopra il milione di euro. Poi per la biblioteca, le opere di urbanizzazione e il ponte si andrà sopra i 2 milioni di euro e alcuni interventi saranno pagati dal Comune. Prima di adottare la variante, era meglio avere le idee più chiare; qui si è partiti dalla coda per arrivare alla testa e non viceversa».
In futuro, lo stesso Consiglio sarà chiamato ad approvare l’accordo tra Acque Risorgive e Comune ma per la sindaca Patrizia Andreotti la maggioranza ha una visiona chiara. «Qui c’era un Piruea vecchio di una quindicina d’anni», spiega, «e quando lo abbiamo fatto decadere, mancava la convenzione con il vecchio privato. Quell’area così com’è non può rimanere; se non s’interviene sull’edificio storico Carraro, saremo costretti a puntellarlo: una parte è già crollata. Per riqualificarla serve l’appoggio di un partner perché il Comune non è in grado di farlo da solo e si dovevano sciogliere tutti i nodi urbanisti presenti per puntare a un progetto diverso. Se ci dovesse essere un progetto alternativo, parliamone ma non si può mantenere quell’area in questo stato».
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