Autovie Venete bocciata il Comitato di Portogruaro chiede un’opera green

Il gruppo di cittadini vuole che la società impegni parte dei soldi ricavati dal passaggio dei Tir per aumentare le aree boschive  e migliorare la qualità dell’aria



Portogruaro

Il progetto per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A4, nel tratto dallo svincolo di San Donà di Piave ad Alvisopoli, va rivisto. A chiederlo è il Comitato per la terza corsia di Portogruaro che mette in discussione le insufficienti opere di compensazione e mitigazione ambientale, previste da Autovie Venete nel progetto definitivo.

In particolare, il Comitato ha posto l’accento sulla preoccupante situazione d’inquinamento ambientale che dura da cinquant’anni, a fronte di circa 20-30 milioni di euro utili all’anno dati dalle entrate di mezzi pesanti. «Abbiamo stimato», ha detto il presidente del Comitato ed ex consigliere comunale Ermes Drigo, «che, nel tratto in questione, transitano 50 mila automezzi al giorno con la produzione, quindi, di 400 grammi di Co2 al giorno per automezzo. L’autostrada produce 20 tonnellate di Co2 al giorno per chilometro, 7 mila tonnellate di Co2 all’anno. Per assorbire tutta la Co2 che l’autostrada produce, sono necessari 700 ettari di bosco per km di autostrada».

Invece il progetto definitivo prevede poco più di un ettaro per km, con un filare di alberi largo 3 metri lungo tutta l’autostrada, il che non è sufficiente per migliorare la qualità pessima dell’aria. A questo proposito, tra le varie osservazioni già presentate nel 2010 dal Comitato, figura la contestazione di totale assenza di monitoraggio ambientale per informare i cittadini sulla qualità dell’aria e la richiesta di un dialogo sull’eventuale opzione zero, ossia di non realizzare la terza corsia perché inutile.

«La soluzione», ha suggerito il presidente Drigo, «non è allargare le strade, ma spostare la merce su treni, come stanno facendo Svizzera e Austria». Le ferrovie, anche in seguito all’eliminazione delle stazioni merce perché non incentivate, sono poco sviluppate. Facendo viaggiare la merce su treno, il problema inquinamento e quello della viabilità, diminuirebbe.

Autovie Venete sta portando avanti gli espropri e quindi l’iter operativo per la realizzazione della terza corsia appare ben definito. In mancanza dell’attuazione dell’opzione zero, il Comitato chiede di discutere sulle misure compensative da attuare per non peggiorare la situazione. Tra queste, l’idea di allargare gli espropri a una fascia di 60 metri di bosco paralleli all’autostrada, poiché il filare di tre metri previsti dalla società è sufficiente per la sola nuova corsia e non per l’intero sistema.

«La società prende i soldi dall’entrata delle merci, per cui più tir entrano più soldi entrano», stigmatizza l’architetto Drigo, «È indispensabile che Autovie Venete impegni l’1 o il 2 per cento dei ricavi annui per le opere di compensazione, in particolare aumentare le aree boscate. O l’intervento si fa adesso o non lo si fa più». —



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