«Autovelox messi solo per fare cassa»

SPINEA. «Altro che sicurezza stradale, autovelox messi solo per fare cassa». Cinquestelle scatenati dopo l’installazione dei nuovi rilevatori di velocità sulle strade di mezza provincia, in particolare quello di Fornase a Spinea, con limite di 50 chilometri all’ora, in discesa da un cavalcavia. Non bastano nemmeno le giustificazioni arrivate dalla Città metropolitana». Massimo De Pieri e Flavio Berton, rispettivamente consigliere comunale e metropolitano dei pentastellati, attaccando frontalmente Luigi Brugnaro e i suoi e preparano la battaglia istituzionale sui nuovi dispositivi, non ancora accesi. «Grave e inaccettabile che il sindaco metropolitano abbia affermato che i nuovi sistemi servono a dare legittimità alle multe e impinguare il bilancio», afferma Berton, «l’uso dei dispositivi non può fungere da bancomat per sostenere le spese della Città metropolitana. Grave anche che non ci sia stato confronto con i sindaci sul cui territorio sono stati installati i dispositivi». «Niente da dire se fossero la risposta a un’esigenza di sicurezza che effettivamente c’è in queste strade», aggiunge De Pieri, «ma non è questo il caso: il problema vero è che con la realizzazione del Passante molte delle nostre strade non sono ancora state adeguate al nuovo assetto e ai nuovi flussi di traffico. Mancano molte opere complementari e non c’è stato l’ammodernamento della viabilità. Proprio la camionabile 81, sul quale sono stati posti due autovelox con limite dei 50 orari, è stata messa in sicurezza solo tra la rotatoria della Romea e il casello di Oriago e nulla si è fatto in direzione di Spinea e Mirano, nonostante l’apertura del casello sul Passante».
«Il punto», concludono i due grillini, «è che i soldi sono finiti e i protocolli d’intesa sono ormai praticamente carta straccia. Mirano ha già fatto riscorso al Tar, ma anche a Spinea è ancora in attesa dei finanziamenti, circa 4 milioni, derivanti dallo sconto di gara con cui sono state aggiudicate le opere complementari realizzate e con i quali si dovevano realizzare quelle integrative, come le ciclabili su via Luneo e via Martiri, il sottopasso ciclabile alla Fossa, la messa in sicurezza di via Capitanio. Tutto fermo. Alla fine le responsabilità di pochi vengono scaricate su tutti e mentre restano al palo le opere che veramente sarebbero necessarie per garantire la sicurezza, non si trova di meglio che mettere autovelox». (f.d.g.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia