Autotrasportatori con un Tir a Venezia : «Per sopravvivere»
«È in gioco la sopravvivenza delle aziende, artigiane e industriali, degli autotrasportatori italiani, vittime di una concorrenza senza ragole dei colleghi dell’Est Europeo». Questo l’allarme lanciato ieri a Mestre, da tutte le associazioni dell’autotrasporto - Confartigianato Trasporti, Fita-Cna e Fai-Veneto, aderenti a Unatras Veneto che rappresenta i circa 10 mila autotrasportatori regolari della nostra regione - che hanno organizzato per questa mattina, nell’ambito della protesta nazionale, una singolare manifestazione di protesta a Venezia un Tir nero (in segno di lutto per i rischi che corre la categoria) caricato su una chiatta farà il giro del Canale della Giudecca, fino al bacino San Marco e ritorno. «Sono passati oltre tre mesi dall’ultima volta in cui Unatras si è rivolta al Ministro delle Infrastrutture e, per suo tramite al Governo», hanno spiegato Nazzareno Ortoncelli di Confartigianato, Sergio Barsacchi di Fita-Cna e Gianni Satini di Fai-Veneto, denunciando «il malessere della categoria l’insoddisfazione per la mancanza di risposte su questioni decisive per la sopravvivenza del sistema delle imprese di autotrasporto nazionale e, con esse, di una fetta fondamentale dell’autonomia economica dell’Italia».
«Le cause che hanno indotto i trasportatori a manifestare oggi a Venezia portando in bacino di San Marco uno dei Tir che quotidianamente vediamo transitare sulle nostre strade», è stato spiegato nella conferenza stampa tenutasi ieri a Mestre, sono «innanzitutto la determinazione mensile dei costi indicativi di esercizio dei diversi servizi di autotrasporto, per i quali chiediamo l’assunzione di iniziative volte a garantire l’effettiva trasparenza e regolarità del mercato nazionale ed internazionale dei trasporti, attraverso; il rilancio e la definitiva messa a regime del portale della regolarità dell’autotrasporto, gestito dall’albo nazionale ed azioni di contrasto efficaci e coordinate con quelle di altri paesi europei contro la concorrenza estera sleale ed illegale e contro qualsiasi forma di abusivismo; l’ottenimento di sanzioni effettive e norme disincentivanti per chi non rispetti i tempi di pagamento dei servizi di trasporto; e, infine, lo sblocco del rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, semplificando gli adempimenti a carico delle imprese ed infine il pieno funzionamento delle motorizzazioni civili». I recenti dati forniti dall’Albo degli autotrasportatori hanno quantificato il numero delle imprese italiane di autotrasporto in 87 mila circa, delle quali almeno 35 mila non risulterebbero in regola con gli obblighi previsti dalla legge per chi voglia svolgere questa professione.
«Questo spiega – hanno detto ieri i tre segretari regionali – , in larga parte, il fenomeno della concorrenza sleale che attanaglia questo settore. Noi siamo perché chi non è in regola o si mette a posto, oppure debba smettere. Ecco che cosa intendiamo per regolarità delle imprese. Quindi, l’Albo deve svolgere e completare rapidamente il suo lavoro e il Governo deve dirci, con i fatti, che è stata imboccata, che punta a razionalizzare e rendere trasparente il settore, come chiediamo da tempo». (g.fav.)
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