Autorità per la laguna: nuovi vertici: ecco chi lascia e chi entra
Contratto non rinnovato a Ossola, già amministratore straordinario del Cvn. Comitato scientifico, il presidente Rossetto a Roma per risolvere l’impasse. Nei prossimi giorni verranno ufficializzate le assunzioni dei dipendenti

Cambio ai vertici della salvaguardia. La nuova Autorità della laguna muove i primi passi, e le prime novità evidenti riguardano la governance.
Fuori Ossola
Non è stato rinnovato il contratto all’ingegnere Francesco Ossola, già amministratore straordinario del Consorzio Venezia Nuova dopo lo scandalo Mose del 2014, poi consulente della commissaria Elisabetta Spitz.
Dopo dieci anni Ossola, ingegnere torinese e progettista dello stadio della Juventus, lascia la guida della salvaguardia e la sua consulenza da 100 euro al giorno.
Con lui finisce l’incarico Anna Maria Giotta, direttore tecnico, romana, dirigente di fiducia della commissaria Spitz. Esce di scena anche Ernesto Jovino, per decenni dirigente del Provveditorato alle Opere pubbliche, richiamato da Spitz dopo la pensione. Manterrà soltanto l’incarico di segretario della commissione di collaudo, non più quello del monitoraggio degli interventi del Mose.
Resta Colle
Resta invece Luciana Colle, ex dirigente del Demanio, che dovrà occuparsi di questioni relative alle proprietà dello Stato.
Il presidente Roberto Rossetto ha nominato il nuovo direttore tecnico dell’Autorità. Si tratta di Valerio Volpe, esperto di salvaguardia e dirigente del Magistrato alle Acque. Nell’incarico di dirigente amministrativo c’è Pierpaolo Cautela.
Comitato tecnico scientifico
In stallo la nomina del Comitato tecnico scientifico, novità voluta da Rossetto per dare autorevolezza alle scelte del nuovo organismo che si occuperà di salvaguardia. Di sicuro c’è soltanto il presidente, il professor Andrea Rinaldo, ingegnere idraulico e presidente dell’Istituto veneto, “Nobel dell’acqua” nel 2024.
Tra i nomi in lizza, quello dell’ex ministro Renato Brunetta, oggi presidente della fondazione Venezia Capitale della Sostenibilità. Dovrebbero arrivare anche nomi di peso nel mondo scientifico. Ma per questo c’è bisogno di una deroga allo Statuto dell’Autorità e alla sua legge istitutiva. Occorre cioè trovare finanziamenti aggiuntivi, per garantire rimborsi spese e compensi. Il 20 marzo Rossetto era a Roma al ministero delle infrastrutture, per cercare di risolvere l’impasse.
Prime riunioni
Intanto l’Autorità si muove. Nella sede di palazzo Dieci Savi a Rialto ci sono state nei giorni scorsi le prime riunioni. Si tratta di ufficializzare i contratti, di dare il via all’assunzione delle cento persone previste per l’organico.
E la società in house, che dovrà occuparsi della gestione del Mose una volta ultimato (entro il 2025) e della salvaguardia. 180-200 persone che arriveranno dal Consorzio Venezia Nuova, destinato a essere sciolto come prevede la legge del 2020, e dalle sue società Thetis e Comar. Bisognerà decidere sulle gare per la manutenzione. Senza dimenticare che questo, come gli esperti avvertono da tempo, è il vero nodo della grande opera. Costi già lievitati, intorno ai 120 milioni l’anno per ammissione dello stesso Rossetto. Che preferisce le gare internazionali agli incarichi diretti, com’era stato negli anni passati.
Resta il fatto che delle 78 paratoie sott’acqua da anni solo 3-4 sono state ripulite. Le altre aspettano. Ci sono problemi da affrontare come il dialogo tra le istituzioni e la revisione dei protocolli per il funzionamento del Mose, il ruolo da affidare ai ricercatori indipendenti e al Centro maree sulle previsioni e la difesa della città. Un’impresa appena iniziata. —
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