Auto contro camion, muore un vetraio

Adriano Bergamasco, 48 anni, lavorava da Cenedese a Murano e abitava a San Donà. Era alla guida di un’Alfa 156
Di Marta Artico

PORTEGRANDI. Auto contro camion lungo la Triestina, perde la vita Adriano Bergamasco, operaio 48enne di Murano. Ha colpito per l’ennesima volta la statale che congiunge Venezia a Jesolo: la scia di sangue nel tratto tra Portegrandi e Caposile ieri mattina, si è allungata ancora. L’episodio si è verificato presto, attorno alle sei e mezzo del mattino, quando il traffico non era per nulla intenso. Stando alla prima ricostruzione della dinamica l’uomo, che lavorava nella vetreria Cenedese di Murano, stava tornando da Mestre in direzione San Donà, dove risiedeva con la moglie e i due figli di 18 e 16 anni, cui era legatissimo. Sembra che per motivazioni ancora da chiarire, una volta arrivato poco prima dello svincolo San Donà-Jesolo, la sua auto, un’Alfa 156 grigia abbia sbandato, invadendo la corsia opposta, dove stava sopraggiungendo M.S, 40 anni, alla guida di un furgone carico di surgelati della Ki.Ro Srl di Eraclea. L’impatto è stato devastante. L’Alfa si è accartocciata, carambolando, il furgone invece, se l’è cavata ammaccandosi la parte anteriore. Il tratto è tecnicamente nel comune di Venezia, poco prima della marina di Portegrandi, nel rettilineo che precede il cavalcavia.

Sul posto sono giunti immediatamente i soccorritori, il Suem 118, la polizia stradale di Portogruaro che era in servizio in quel momento, i vigili del fuoco, arrivati poco dopo con una squadra, il personale dell’Anas. Nonostante i soccorsi, per Adriano Bergamasco, non c’è stato nulla da fare. È stato dichiarato il decesso e la salma portata nell’obitorio di San Donà. L’uomo alla guida del furgone, invece, è stato trasportato all’ospedale di Mestre, ma se la caverà nonostante le ferite. Il furgone trasportava generi alimentari surgelati che dovevano arrivare a destinazione al Lido. Sul posto sono arrivati poco dopo i titolari della ditta di Eraclea. La strada è stata chiusa all’altezza della deviazione per Altino, dalle sette del mattino fino alle undici passate. I mezzi sono stati rimossi, ma gli operatori e i pompieri hanno dovuto lavorare parecchio per ripulire l’asfalto dalla benzina, dall’olio e dai rottami dell’auto, ridotta a poche lamiere. Da una prima ricostruzione, sembra che l’autista del furgone abbia più di una volta fatto i fari all’auto che stava provenendo nella direzione opposta e che stava invadendo la carreggiata. Potrebbe essersi trattato di un malore, di un colpo di sonno, le ipotesi sono al vaglio delle forze di polizia. L’auto è sotto sequestro, la salma anche, con tutta probabilità verrà eseguita l’autopsia. «Stando a quanto sappiamo il nostro autista se l’è visto arrivare nella sua corsia», spiegano i titolari della ditta. «Mio fratello era solare, stupendo, semplice, un lavoratore», racconta la sorella Natalina che fa parte del corpo nazionale dei vigili del fuoco, «la sua vita erano i figli e il lavoro, non so come farò senza di lui». Adesso starà alla polizia ricostruire il momento dell’impatto e cercare di capire cosa possa essere accaduto negli attimi prima dello schianto.

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