Autista picchiato sul bus «Abbandonato dall’Actv»

Aggressione tre anni fa: «L’azienda non mi ha fornito assistenza legale» La replica: «Lo abbiamo tutelato. C’è già il pm che porta avanti la causa»
Di Francesco Furlan

L’autista picchiato che ora si sente abbandonato dall’Actv e l’azienda che da parte sua spiega di aver fatto tutto il possibile. La vicenda è quella di Marzio Minorello: il 20 agosto del 2013 il conducente dell’Actv, 51 anni, di Brugine (Padova), è rimasto vittima di un’aggressione. Stava guidando un autobus della linea 6 Spinea-Venezia partito alle 21.10 quando in via Paleocapa, a Marghera, suona il clacson per attirare l'attenzione del proprietario di un Ducato che, male parcheggiato, impedisce al pullman di passare. Il proprietario, 43 anni, di Spinea, che si trova in un bar vicino, e che poi si scoprirà avere anche vari precedenti penali, si avvicina all’autobus e comincia a prendere a pugni la cabina del conducente, minacciandolo: «Ti stacco il collo, giuro che me la paghi».

Il 43nne gliela giura e lo aspetta, in serata, a piazzale Roma dove, mentre l’autista si sta dirigendo nella saletta degli autisti dietro la biglietteria, lo aggredisce con un pugno al collo. A salvarlo è l’intervento di un passante. Due mesi di collare e poi il rientro al lavoro. Per i fatti di quel giorno l’autista ha sporto denuncia alla polizia nei confronti del suo aggressore.

Anche l’Actv lo ha fatto per interruzione di pubblico servizio visto che il bus, dopo l’aggressione al mezzo avvenuta a Marghera, aveva accumulato un ritardo di venti minuti. Minorello ricorda oggi che il presidente di Actv, Luca Scalabrin, gli aveva promesso il sostegno legale, che però poi gli è stato negato quando è arrivato il momento del rinvio a giudizio del 43enne da parte della Procura di Venezia, per ingiurie, minacce e lesioni, e interruzione di pubblico servizio.

«Cinque giorni prima dell'udienza, dopo due mesi in cui tentavo inutilmente di parlarci, il presidente Luca Scalabrin mi ha liquidato dandomi il numero del legale dell'azienda», spiega l’autista. «Con grande amarezza, dopo una telefonata in cui mi sono sentito preso in giro e deriso, l'avvocato mi ha risposto che l’azienda non può fornirmi assistenza legale perché, nel mio caso, avendo perfettamente ragione, potrei trarre un vantaggio economico da questo processo e dunque non è giusto che Actv mi faccia prendere dei soldi a sue spese».

A farsi carico del sostegno legale sarà lo studio 3A, che annuncia: «Ci rivarremo anche nei confronti di Actv». Actv da parte sua fa sapere di aver fatto «tutto ciò che è previsto a livello di accordi sindacali e anche di più. L’Azienda infatti ha introdotto oltre 30 anni fa la tutela legale e la copertura assicurativa per i propri dipendenti. Gli accordi sindacali vigenti infatti prevedono che venga fornita assistenza legale solo per i dipendenti che si trovino indagati o imputati di reato (quindi presunti colpevoli di un fatto) in quanto in questi casi è necessaria e obbligatoria una difesa legale. Diverso è il caso, come per Minorello, di coloro che subiscano danni da parte di terzi. In questi casi infatti è sufficiente sporgere denuncia, essendo il pm stesso che si preoccupa di portare avanti la causa, tant’è che non è nemmeno necessario l’intervento di un legale, se non nel caso in cui il danneggiato si voglia costituire parte offesa per ottenere (se dovuto) il risarcimento del danno».

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