Aurora ora può danzare assieme a tutti gli angeli

Le scarpette da ballo per la bimba di 8 anni morta di neuroblastoma
Lorenzo Porcile/Chiesa di Fossò / Funerale Aurora Maniero
Lorenzo Porcile/Chiesa di Fossò / Funerale Aurora Maniero
FOSS0’. Aurora Maniero, la bambina più buona d’Italia, se ne è andata a 8 anni con le sue scarpette da ballo «per danzare felice insieme con tutti gli angeli» e la sua bambola preferita, Fiorella, che abbracciava sempre nei momenti più difficili degli ultimi anni: «Così ti potrà stare sempre vicino».


La lettera dei genitori Valentina e Mirko durante la messa, poi una delle canzoni preferite di Aurora,
Estate
di Jovanotti, le bolle di sapone soffiate dai suoi amici sulla bara bianca di larice, la carezza dei genitori e decine di palloncini bianchi liberati in cielo dal sagrato. «Adesso è in cielo come quei palloncini lì», risponde una mamma al figlio di 7 anni che le chiede dove sia finita, adesso, la sua amica Aurora. Amici, familiari, medici e infermieri della Città della Speranza, giovani volontari con il naso rosso come tra le corsie dell’ospedale, i rappresentanti della Confraternita di Sant’Antonio con il loro fazzoletto giallo. Tre anni fa l’avevano premiata come la bambina più buona d’Italia, dopo che la piccola Aurora aveva deciso di donare il suo salvadanaio a “Team for Children”, associazione che si occupa dei bambini in difficoltà. Era piena ieri la chiesa di Fossò per l’ultimo abbraccio ad Aurora, sempre sorridente nelle foto-ricordo distribuite nei tavolini all’ingresso della chiesa.


Aurora con il piumino rosa nel bosco, Aurora con la gonna a fiori, un cerchiello rosso e il giubbino jeans con il bavero alzato, Aurora con il golfino blu, seduta in un prato tra le margherita. Nel retro della foto i palloncini disegnano un cuore, e accompagnano un verso di
Estate
di Jovanotti. Ai piedi dell’altare decine di corone di fiori. «I compagni della III A e B, le maestre e gli amici dell’asilo», hanno scelto gigli e rose bianche. A cantare ci sono i True Voice, che solo dieci giorni fa erano stati al matrimonio di Mirko e Valentina, la festa sui Colli Euganei per realizzare un desiderio di Aurora, un giorno di gioa, tenere fuori della porta la sofferenza. Nella chiesa di Fossò è don Vincenzo Cretella, parroco di Vigonza e amico della famiglia, a celebrare il funerale.


Ha conosciuto Mirko, Valentina e la piccola Aurora facendo servizio da seminarista alla Città della Speranza. Cerca le parole per lenire il dolore composto dei genitori, perché «quando non si riesce a comprendere, bisogna trovare il coraggio di accettare». E quanto sia difficile da accettare lo spiega il fatto che «esistono parole per definire un figlio che perde i genitori, per un marito che perde una moglie o viceversa, ma non esistono parole nel nostro vocabolario», spiega il parroco, «per una coppia di genitori che perde un figlio o una figlia». Una figlia con il sorriso e il coraggio di Aurora nell’affrontate la malattia dopo che nel 2013 le era stato diagonisticato un neuroblastoma, tumore del sistema nervoso periferico. «Un esempio per tutti».


Lo hanno ricordato anche i genitori, affidando a un’amica le parole che avevano nel cuore ma che sapevano non sarebbero riusciti a pronunciare dal leggio dell’altare, dopo l’Eucarestia. Una lettera per ricordare la bontà e il coraggio di una bimba con «il sole nel sorriso e i cielo negli occhi», ringraziare tutto il personale della Città della Speranza, e «la tua dottoressa, Elisabetta, che hai voluto aspettare e che le è rimasta fino alle fine. Ti sei fatta amare da tutti, sei il nostro immenso amore e perdonaci se qualche volta ti abbiamo sgridato». E ancora: «Grazie per quello che hai insegnato a noi e soprattutto alla tua sorellina Azzurra, che ti pensa sempre». Quando i genitori Valentina e Mirko cominciano ad accompagnare la bara lungo la navata della chiesa, mentre amici e parenti allungano una mano per una carezza, sul sagrato esterno si sentono già le note di
Estate
di Jovanotti. I bambini cominciano a soffiare nei piccoli cerchietti di plastica e le bolle di sapone scivolano sulla piccola bara e i genitori di Aurora.


E mentre Jovanotti canta il passaggio con cui Valentina e Mirko hanno deciso di accompagnare le foto ricordo di Aurora -
come un’orbita la vita mia, gira intorno a un centro di energia, sento il tuo respiro che mi solleva, è una vita nuova
- un bouquet di palloncini bianchi vola verso il cielo, e la commozione si stempera in un applauso per la bimba più buona d’Italia che è volata in cielo con le scarpette da danzatrice che le aveva portato Babbo Natale e la bambola Fiorella a farle, ancora una volta, compagnia.


«Da lassù», ne sono sicuri don Vincenzo e tutti gli amici, «continuerà a sorridere ai suoi genitori e chi le vuole bene».


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