«Attenti alle speculazioni sull’area Croce Rossa»

A Jesolo la manifestazione di protesta contro la vendita di struttura e parco I sindacati e Sel: «Le prime aste andranno deserte e i 42 milioni spariranno»
Di Giovanni Cagnassi
JESOLO - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - MANIFESTAZIONE CONTRO PRIVATIZZAZIONE CROCE ROSSA
JESOLO - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - MANIFESTAZIONE CONTRO PRIVATIZZAZIONE CROCE ROSSA

JESOLO. Vendita all'asta della croce rossa, ieri la manifestazione di protesta in via Levantina con Sinistra e libertà (Sel), i sindacati Cigl, Cisal e Cisl, quindi la comunità Incontro del Bangladesh, i parlamentari di Sel e M5S, Arianna Spessotto e Giulio Marcon. A giorni si prevede l'asta per la vendita di struttura e terreni per ben 42 milioni di euro.

Ieri sono arrivati anche i circa 40 dipendenti che hanno ricordato come i terreni siano frutto di un atto di donazione e che pertanto, anche dal punto di vista legale, bisognerebbe sentire i privati che la donarono, ovvero gli eredi della famiglia Frova, i quali potrebber fare ricorso e opporsi.

E hanno anche ricordato come la Croce Rossa di Jesolo, che ospita attualmente una cinquantina di immigrati, precisamente "dublinanti" e quindi in attesa di perfezionare i loro atti per restare in Italia o in Eruopa, generi ogni anno un indotto di centinaia di migliaia di euro, in forniture varie.

I sindacalisti, Stefano Vanin della Cgil e Marco Benini della Cisal, temono future speculazioni. «La Croce rossa», spiegano, «andrà all'asta a giorni. Si parla di 42 milioni di euro, ma siamo certi che le prime aste andranno deserte per abbassare la cifra e magari dimezzarla per renderla accessibile a chi vorrà speculare».

Si parla già di cordate di imprenditori pronti ad acquistare i terreni a buon prezzo per realizzare alberghi, residence e appartamenti. «Noi vigileremo», dice Salvatore Esposito di Sel, «e i parlamentari di Sel e M5s porteranno l'intera questione all'attenzione del Parlamento e del Governo perchè deve essere fatta luce su questa operazione».

I dipendenti rischiano il trasferimento presso altre strutture, probabilmente Verona. Intanto si è dimesso il presidente regionale, e responsabile della Croce rossa italiana di Jesolo, Francesco Bellettato, che aveva chiesto spiegazioni alla sede centrale sulla vendita. Al momento è stato sostituito dal commissario di Bassano, Francesco Bosa.

Ma non tutti sono contrari. Il Comune ha auspicato che vi possano essere investimenti nel turismo, nuove residenze e posti di lavoro. Anche gli albergatori hanno sostenuto che potrebbero essere realizzate nuove strutture ricettive di alto livello. «Non possiamo fermare il progresso», ha commentato Natalino Lucchetta, ex assessore ai lavori pubblici, esponente del volontariato, «se la Croce rossa italiana ha deciso di mettere all'asta terreni e tutto il resto, ben vengano nuovi investimenti a Jesolo per lo sviluppo della città e della sua economia, che, ricordiamolo, è prevalentemente fatta di turismo».

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