Attentato a ditta che lavora per la Tav
TORRE DI MOSTO. «Potevano farci davvero del male». In via Confin, sede della Nuova Costruzioni Brunello, che si trova proprio al civico 1, nessuno ha pensato a uno scherzo di Carnevale di pessimo gusto, neanche per un attimo, nonostante il periodo possa suggerirlo. Lassù qualcuno li odia. A tal punto qualcuno ha pensato di mettere in atto il fallito attentato a Torre di Mosto, paesino al centro del Veneto Orientale, forse gente arrivata da lontano o simpatizzanti dell’area veneta. Saranno le indagini a stabilirlo. Quando un operaio si è accorto lunedì, a metà mattina, che due macchine perforatrici erano collegate a un timer con quattro bottiglie di liquido infiammabile da un litro e mezzo ciascuna, pronto all’innesco, ha subito pensato a qualcosa di gravissimo.
Un attentato. Fallito, per miracolo, perché la pioggia dei giorni scorsi probabilmente ha messo fuori uso il timer. E così, l’ombra delle più tetra intimidazione arriva a serpeggiare perfino nel tranquillo e operoso Veneto orientale, in una zona industriale lontana dal piccolo centro abitato sospeso tra Sandonatese e Portogruarese. Il bersaglio è una ditta che pochi conoscono a Torre di Mosto, e che lavora in tutta Italia e all’estero. Ma soprattutto ha portato i suoi macchinari fino a Bardonecchia, cuore della Val di Susa, al centro di un’aspra contesa per la realizzazione della grande linea ferroviaria che divide l’opinione pubblica e che sta dando dei segnali davvero inquietanti.
Si ritiene che gli ordigni possano essere stati sistemati nel fine settimana, quando l’azienda era chiusa. Un chiaro messaggio del braccio armato dei no Tav, visto che la società cooperativa Ncb di Torre di Mosto aveva da poco riportato in sede dalla Val di Susa le due macchine perforatrici, solitamente utilizzate per le fondazioni. I muri di cinta in via Confin e le stesse macchine sono state imbrattate di scritte contro la Tav, con tanto di firma del braccio armato. La Ncb opera in Val Di Susa, dove sono stati noleggiati diversi macchinari. «Si vede che a Bardonecchia, dove abbiamo lavorato», spiega il titolare dell’azienda torresana, Renzo Tronco, «hanno visto il nostro logo e sono arrivati fino a qui. Un gesto stupido, in fondo, che poteva causare una tragedia. Intimidatori arrivati forse da lassù, persone che vogliono fermare la Tav. Se ne è accorto uno dei nostri operai, ma certo poteva esplodere tutto».
La Ncb è a Torre di Mosto dagli anni ’90. Lavora per lo più all’estero, specializzata nella produzione di macchine perforatrici per cave e miniere. «È demenziale quanto accaduto», dice ancora il titolare, «ma per quello che hanno fatto qualcuno poteva davvero farsi del male, al di là dei danni che un’esplosione avrebbe provocato. Non possiamo fare nulla, adesso, se non avere massima fiducia nelle indagini in corso. Guarderemo avanti, senza paura, pensando al nostro lavoro come facciamo sempre».
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