Ater, diecimila alloggi a canoni irrisori
VENEZIA. Un patrimonio sterminato di alloggi pubblici - circa 11 mila - che si stende su tutta l’area della città metropolitana, ma che è concentrato per la gran parte tra Venezia e Mestre. Con canoni medi di affitto di circa 124 euro al mese. È quello dell’Ater - l’Azienda territoriale di edilizia residenziale - di Venezia, che fornisce le maggiori risposte sul piano abitativo per gli inquilini della cosiddetta fascia sociale dell’edilizia residenziale pubblica insieme al Comune di Venezia. L’Ater fornisce anche all’interno del suo patrimonio, circa 2 mila alloggi affittati a canone “calmierato”, cioè più alto della fascia sociale ma più basso rispetto agli affitti di mercato. E circa 1250 alloggi che gestisce per conto terzi, ad esempio per una piccola quota, su mandato dell’Ulss 12, l’azienda sanitaria veneziana.
Circa 120 alloggi occupati abusivamente. Uno dei problemi dell’Ater veneziana sono gli alloggi occupati abusivamente. Tra i 60 e gli 80 da parte dei centri sociali e di soggetti come l’Agenzia sociale per la casa e per un’altra quarantina da occupanti stabili. Più della metà di questi alloggi è a Venezia, anche perché si tratta di quelli maggiormente degradati che l’Ater non restaura spesso per mancanza di risorse e che finiscono per essere occupati. Ma il tentativo per liberarli è stato, finora, una battaglia persa. L’azienda effettua mediamente circa 400 accessi in un anno proprio allo scopo di liberare quelli occupati abusivamente, ma di fatto, nonostante i tentativi, essi rimangono tali perché non si arriva praticamente mai allo sfratto con la forza pubblica. Non ha mai avuto di fatto seguito anche la disposizione che ad esempio imporrebbe a Veritas di non effettuare gli allacciamenti di acqua e gas negli alloggi occuoati abusivamente.
Circa 800 alloggi sfitti. Sono tra i 700 e gli 800 inoltre gli alloggi sfitti, nella stragrande maggioranza concentrati proprio nel Comune di Venezia. Una percentuale più bassa di quelle delle Ater a livello nazionale - che sfiora il 10 per cento - ma comunque consistente e dovuta per la gran parte di svolgere - per mancanza di risorse - quelle manutenzioni straordinarie di cui necessiterebbero per essere nuovamente riaffittati.
Circa 400 inquilini non pagano. Il numero degli inquilini morosi è piuttosto basso, circa 400, oari al 3-4 per cento del numero complessivo, anche perché i canoni medi sono appunto piuttosto bassi, ma l’azienda ha comunque un sistema abbastanza efficace di recupero crediti. Il vero problema sono piuttosto le spese condominiali, spesso elevate per appartamenti inseriti in complessi immobiliari, di qualche migliaio di euro l’anno. Qui la morosità è frequente e in parecchi casi è la stessa Ater a diover far fronte, con circa 140 mila euro l’anno che se ne vanno per questa voce.
C’è chi paga anche zero euro. Scorrendo i tabulati degli affittuari dell’Ater, si nota come i fitti mensili siano piuttosto bassi, anche per gli alloggi non Erp, a canone calmierato, che vedono a Venezia il massimo della concentrazione soprattutto nei sestieri di Cannaregio e Dorsoduro.C’è anche chi non paga nulla, come in un paio di alloggi a Cannaregio e chi se la cava con una trentina di euro mensili di affitto, ad esempio per alcuni appartamenti nella zona dei Gesuiti o in altri a Dorsoduro. Rari i casi di chi paga oltre i mille euro mensili di canone. C’è il caso anche di un negozio a Castello affittato dall’Ater a zero euro. Ancora più bassi mediamente gli affitti in gestione Erp, con inquilini nella zona di Cannaregio o di Castello che pagano anche circa 10 euro al mese, ma anche 17 o 20. Gli affitti più alti - ma sono pochi - superano i 500 euro mensili. Anche questi canoni saranno destinati a essere rivisti quando andrà in porto la nuova legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica, che è in discussione e dovrebbe essere approvata entro la metà del prossimo anno.
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