Ateneo Veneto, sfida sui programmi
I tre candidati Scarante, Bianchini d’Alberigo e Agostini a confronto. Elezione l’11 dicembre, ipotesi ballottaggio
Una poltrona per tre. Con la concreta possibilità che a ricoprirla, sia - per la prima volta nella storia dell’istituzione - una donna. È questo il quadro che si presenta attualmente in vista dell’elezione del nuovo presidente dell’Ateneo Veneto - fissata per l’11 dicembre - che prenderà il posto di quello uscente Guido Zucconi. Lo ha confermato anche la presentazione davanti ai soci della più antica istituzione culturale veneziana dei programmi e delle squadre dei tre camdidati alla presidenza. Giampaolo Scarante, già ambasciatore italiano in Grecia e Turchia, indicato dallo stesso Zucconi e confermato dal Consiglio Accademico. Ma anche Maria Camilla Bianchini d’Alberigo, già presidente del Fai - il fondo per l’ambiente italiano - del Veneto. E Tiziana Agostini, già assessore alla Cultura del Comune di Venezia e in passato vicepresidente dello stesso Ateneo Veneto e ora anche alla guida del Rotary di Mestre. Una novità assoluta per l’Ateneo Veneto anche quella della candidatura multipla alla presidenza, che porterà a un ballottaggio, visto che nessuno degli sfidanti sembra in grado di ottenere al primo turno il 50 per cento più uno dei votanti, necessario per vincere. Una sfida incerta, ma che nel dibattito che si è svolto l’altra sera nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto non ha dato origine a polemiche o punture di spillo tra i tre contendenti. Tutti hanno risposto alle stesse tre domande presentate da Zucconi e che riguardano i rispettivi programmi per l’Ateneo, il reperimento dei necessari finanziamenti per attuarli e gli interlocutori a cui l’istituzione dovrebbe rivolgersi in futuro. Tutti d’accordo sulla necessità di una maggiore apertura dell’Ateneo Veneto alla città - migliorando i suoi rapporti con le altre istituzioni - ma anche a livello internazionale, anche per cercare di «catturare» almeno in parte fondi europei teoricamente disponibili. Su questo punto Scarante ha “sfoggiato” i suoi possibili contatti internazionali da ex ambasciatori, ma anche Bianchini e Agostini hanno ricordato come nella loro squadra ci siano figure in grado di impegnarsi anche sul fronte internazionale. Accordo generale anche sulla necessità di una maggiore valorizazione dell’operato dei soci dello stesso Ateneo, spesso prestigiosi ma poco coinvolti nell’attività dell’istituzione. La nuova elezione si giocherà anche sulla “battaglia” delle deleghe, perché sui circa 600 soci complessivi dell’Ateneo Veneto, molti, anche per impedimenti legati all’età, potrebbero non presentarsi alle urne. Scarante ha l’imprimatur della presidenza uscente ma l’handicap di essere relativamente “nuovo” per l’Ateneo. Bianchini e Agostini hanno la loro base elettorale ma devono ampliarla. Per questo l’esito del voto è ancora incerto.
(e.t.)
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