Assunzioni per il permesso in 24 finiscono a processo

Contratti finti in un’azienda manifatturiera per ottenere il rilascio del documento da parte della Questura. Davanti al giudice andranno gli imprenditori e i lavoratori
VENEZIA. Il meccanismo era collaudato e quanto mai semplice, nel pieno - e apparente - rispetto della normativa per il rilascio dei permessi di soggiorno. Per ottenere il documento da parte della Questura, infatti, il candidato deve dimostrare di poter rispettare alcuni requisiti, tra cui la sussistenza di una capacità reddituale sufficiente al sostentamento. E proprio per questo puntavano a un contratto di lavoro i kossovari finiti nell’indagine partita dalla Questura di Udine. Un filone è approdato a Venezia, assegnato al pubblico ministero Giorgio Gava poiché i permessi di soggiorno erano stati chiesti e in alcuni casi rilasciati dagli uffici della Questura lagunare. Peccato che dei contratti di lavoro non ci fosse nemmeno l’ombra e che l’intero sistema fosse stato architettato per aggirare l’ostacolo dell’effettiva difficoltà di farsi assumere in regola.


Per questo in 24 ieri sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Roberta Marchiori: le accuse in concorso sono di falsità ideologica ed errore determinato dall’altrui inganno. L’udienza filtro è stata fissata per il 19 dicembre.


Ai 24 imputati - quasi tutti kossovari, tunisini e albanesi residenti nel Veneziano e uno a Treviso - vengono contestati diversi episodi, tutti secondo lo stesso copione, tra il 2012 e il 2013. L’azienda manifatturiera che li aveva “assunti”, “La Granella srl”, con sede anche nel Veneziano, tuttavia, risultava inattiva sin dal 2011. Agli imputati viene contestato il fatto di aver indotto in errore i funzionari della Questura di Venezia alla quale si erano rivolti per l’ottenimento del permesso di soggiorno, allegando alla propria pratica la documentazione relativa al rapporto di lavoro con la società “La Granella”, che in realtà era fittizio. Uno stratagemma che in alcuni casi non era andato a buon fine grazie ai controlli incrociati da parte del personale dell’ufficio immigrazione lagunare. Tra gli imputati anche gli amministratori della società “La Granella srl”: Natale Durante, classe 1954 residente a Udine, in qualità di amministratore dell’azienda; Stefano De Zen, classe 1967 residente a Malo (Vicenza), in qualità di titolare del 50% delle quote sociali de “La Granella srl”; Bruno Taglialegne, classe 1940, nato a Latisana e residente a Giardini Naxos (Messina) e Sandro Levak, classe 1968 di Marghera, in qualità di amministratori di fatto della società; Milazim Samadraxha, classe 1968 kossovaro residente a Salzano. Tutti loro sono accusati di aver approntato la documentazione relativa a rapporti lavorativi degli altri imputati con “La Granella srl”, che in realtà non esistevano.


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