Assistenza domiciliare, ecco i “buoni”
Scatterà dal primo settembre la rivoluzione dell’assistenza domiciliare in città e riguarderà 1.215 persone - e almeno altrettante famiglie - in gran parte anziani e disabili. Il passo avanti più importante è stato fatto ieri con la pubblicazione della determina dirigenziale che iscrive ufficialmente la “Fondazione Venezia servizi alla persona onlus” all’albo dei soggetti accreditati per le prestazioni di assistenza tutelare che - è questa la principale novità - non verranno più erogate direttamente ma potranno essere acquistate dai cittadini con i “buoni servizio”. Sono sostanzialmente dei buoni spesa che saranno rilasciati dai Servizi anziani, disabili e salute mentale e che dovranno essere spesi non per pagare la badante, come pure si augurava qualcuno, ma esclusivamente nelle strutture accreditate. E cioè alla Fondazione Venezia che è la sola istituzione ad aver presentato domanda di accreditamento entro la data di scadenza del 7 luglio.
La Fondazione è stata costituita dalle due case di riposo della città, l’Antica Scuola dei Battuti di Mestre e l’Ire (Istituto di ricovero e rieducazione) del centro storico. Fino al 31 agosto il servizio domiciliare continuerà ad essere gestito, in virtù di una proroga, dalla cooperativa Àncora vincitrice dell’ultimo appalto mentre dal primo settembre scatterà la rivoluzione dei buoni, e non a caso la Fondazione sta, in questi giorni, lavorando affinché, come dice il suo presidente, Gian Angelo Favaretto, «il tutto avvenga senza soluzione di continuità, perché non ci sia un solo secondo di interruzione del servizio offerto».
Il cambio di modalità nell’erogazione del servizi domiciliari era stato deciso, al termine di un dibattito durato oltre un anno, a fine maggio con un voto del consiglio comunale. Una decisione presa dopo una lunga istruttoria nelle commissioni, dov’era emersa l'impossibilità per legge di internalizzare il servizio - come pure era stato ipotizzato - o di affidarlo direttamente alle due Ipab senza gara d'appalto.
E così era stata scelta la strada che porterà, nelle prossime settimane, all’introduzione dei buoni servizio: un escamotage per aprire il servizio al mercato (anche se al momento l’istituto accreditato è uno solo, in futuro ce ne potranno essere altri) ma garantire la regia nell’erogazione dei buoni al Comune, i cui Servizi sociali avranno il compito di valutare e quantificare in termini economici la prestazione e consegnare il buono alle persone interessate. L’assistenza tutelare domiciliare vale nel Comune di Venezia circa 7 milioni di euro e vede impegnati oltre duecento operatori socio sanitari (Oss). Bisogna poi aggiungere un altro milione per l’assistenza per le cure familiari (le piccole spese, la sistemazione della cucina, etc): in quest’ultimo caso però le prestazioni vengono già acquistate con l’utilizzo di buoni. Il nuovo servizio di assistenza domiciliare dovrebbe garantire anche una maggiore flessibilità per orari e prestazioni, come era stato richiesto dagli stessi utenti. «Con l’iscrizione all’albo dell’unico soggetto che aveva presentato domanda», spiega Luigi Gislon, dirigente del settore Servizi sociali, «il compito del Comune è in gran parte concluso. Ora spetterà alla Fondazione dotarsi del personale necessario per erogare i servizi in vista del primo settembre, quando entreranno in vigore i buoni».
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