Assessori, Brugnaro lascia Venezia a secco. Nemmeno uno residente in centro storico

La poca simpatia reciproca tra il sindaco riconfermato e i residenti della città di laguna è esplosa nella scelta delle persone che compongono la giunta
Interpress/Gf Tagliapietra. 15.06.2015. Cà Farsetti. Conferenza stampa del sindaco Luigi Brugnaro.
Interpress/Gf Tagliapietra. 15.06.2015. Cà Farsetti. Conferenza stampa del sindaco Luigi Brugnaro.
VENEZIA.
 
Il “pesciolino rosso”: così era stato chiamato il centro storico dopo che i risultati elettorali avevano formnito le mappe del voto alle comunali. Tutti per Brugnaro in terraferma e nelle isole, gli unici per Baretta erano stati i quartieri del centro storico lagunare.
 
Che ora non ha più nemmeno un assessore in giunta. Nemmeno il porto, la cui delega andrà al vicesindaco leghista, il miranese Andrea Tomaello.
 
Tra i riconfermati solo Michele Zuin, il mago dei bilanci che ha riportato il Comune a galleggiare dopo i debiti lasciati dalla giunta Orsoni, abita in laguna, ma al Lido.
 
Perfino il più “veneziano doc” come ama definirsi, cioè Sebastiano Costalonga, è ormai andato ad abitare in terraferma, addirittura fuori comune. Costalonga, che gestisce con il fratello il bar Orange di campo Santa Margherita (quello con la terrazza di fronte al Margaret DuChamp) abita infatti a Marcon, anche se ha voluto rimarcare il suo “doc” andando a Ca’ Farsetti in mascareta vogando alla valesana. A lui, che oltre a essere stato verificatore di Trenitalia, distaccato poi al sindacato Ugl, è di fatto socio di un esercizio pubblico, è andata la delega al commercio e attività produttive.
 
La scarsa simpatia del sindaco per gli abitanti del centro storico non è d’altronde un mistero: già i residenti di Rialto si erano beccati il “andate a vivere altrove” quando si erano lamentati della mancata programmazione turistica del centro (una delle parole d’ordine del Brugnaro I). Ora il distacco si è fatto più netto con il “niet” a residenti del “pesciolino rosso”.
 
Oltre al moglianese Luigi Brugnaro, al miranese Andrea Tomaello, al marconese Costalonga, alla sandonatese Francesca Zaccariotto, al lidense Zuin, la pattuglia più compatta è quella dei mestrini, il territorio che non ha lasciato nemmeno un’isoletta rossa. Lo sono gli assessori Simone Venturini, Paola Mar, Renato Boraso, Silvana Tosi, Laura Besio, Massimiliano De Martin.
 
A Mestre la chiamano “il giusto peso delle competenze”, a Venezia “la rivincita dei campagnoli”. Questione di campanile, ma, al di là delle indubbie competenze che il sindaco avrà voluto mettere in campo, lo “zero” alla casella “residente in centro storico”, oltre che essere una “prima volta”, fa un certo effetto.

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