Assegnato a Simona Vinci il Premio Campiello

"La prima verità" (Einaudi) vince l'edizione 2016: la storia di un'isola lager nella Grecia degli anni Novanta

VENEZIA. Simona Vinci fa suo il Premio Campiello, edizione 2016, con il suo "La prima verità" edito da Einaudi - vai alla scheda - raccogliendo 79 voti, sui 280 voti validi della giuria dei Trecento. Seconda Elisabetta Rasy con «Le regole del fuoco» (Rizzoli) con 64 voti. Terzo Andrea Tarabbia con «Il giardino delle mosche» (Ponte Alle Grazie) con 62; a seguire Luca Doninelli «Le cose semplici» (Bompiani), fermo a 41, ed Alessandro Bertante «Gli ultimi ragazzi del secolo» (Giunti) con 34.

La sinossi. Tra gli abbandonati, i reclusi, i dimenticati Simona Vinci tesse il filo d'oro di una storia che arriva dal passato e viene fino a te, proprio a te che stai leggendo, qui e ora. È una storia scandalosa, perché non si può narrare senza rivelare anche i fantasmi di chi la sta scrivendo.

Ciò che Angela non può sospettare, quando decide di raggiungere l'isola maledetta, l'isola lager, è che il segreto sepolto tra quei bianchi enormi edifici sia piú sconvolgente di ogni immaginazione. E che spetti proprio a lei disseppellire quel segreto e affrontarlo a viso aperto. Costi quel che costi, per il bene di tutti. Ciò che Angela non ha assolutamente messo in conto, è che si apra per lei a Leros l'avventura della vita.

«Poi la serratura, improvvisamente docile, si sbloccò nella sua mano con un gemito e la porta si aprí».

La scheda del libro vincitore

Nel 1992 Angela, giovane ricercatrice italiana, sbarca sull'isola di Leros. È pronta a prendersi cura, come i suoi colleghi di ogni parte d'Europa, e come i medici e gli infermieri dell'isola, del perdurante orrore, da pochi anni rivelato al mondo dalla stampa britannica, del «colpevole segreto d'Europa»: un'isola manicomio dove a suo tempo un regime dittatoriale aveva deportato gli oppositori politici di tutta la Grecia, facendoli convivere con i malati di mente.

Quelli di loro che non sono nel frattempo morti sono ancora tutti lí, trasformati in relitti umani. Inquietanti, incomprensibili sono i segni che accolgono la ragazza. Chi è Basil, il Monaco, e perché è convinto di avere sepolto molto in alto «ciò che rimane di dio?» E tra i compagni di lavoro, chi è davvero la misteriosa, tenace Lina, che sembra avere un rapporto innato con l'isola?

La scheda: chi è Simona Vinci

Ogni mistero avrà risposta nel tesoro delle storie dei dimenticati e degli sconfitti, degli esclusi dalla Storia, nell'«archivio delle anime» che il libro farà rivivere per il lettore: storie di tragica spietata bellezza, come quella del poeta Stefanos, della ragazza Teresa e del bambino con il sasso in bocca.

Con La prima verità che, fin dal titolo, da un verso di Ghiannis Ritsos, allude a una verità di valore assoluto oltre e attraverso le vicende del libro, che si svolgono in luoghi e tempi diversi, e delle vite dei personaggi che via via si presentano al lettore, Simona Vinci torna al romanzo dopo molti anni, e vi torna con una felicità e una libertà mai raggiunte prima.

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