«Assediati dal guano» In rivolta gli esercenti di piazza Ferretto
Piazza Ferretto assediata dal guano di piccione. Un dato di fatto, una denuncia che fanno numerosi commercianti della zona. Del resto basta guardarsi attorno per accorgersi che qualcosa non va: ai piedi dei colonnati è quasi una impresa trovare un paio di metri di trachite senza che vi siano i segni del transito dei colombi, alcuni angoli sono realmente da puro degrado. Le tende parasole di alcuni negozi hanno addirittura cambiato colore; chi ha il plateatico per il bar è costretto a spostare un metro più avanti i tavolini. E se all’angolo di via Ferro tenti di imbucare una lettera nella cassetta rossa di Poste Italiane, beh, è meglio farlo evitando il contatto con i bordi, perché è completamente ricoperta.
«E questo sarebbe decoro?», si chiede Michele Rallo, titolare dell’edicola che si trova proprio all’angolo. «Viviamo in questa realtà, senza che nessuno intervenga per pulire. Mi chiedo cosa pensi la gente oppure che idea si facciano i turisti quando passano. Noi siamo preoccupati prima di tutto per una questione igienica. Ma basta girarsi attorno per vedere anche il resto. Spesso è pieno di escrementi canini e verso il Candiani si trovano anche bottiglie e bicchieri rotti. Accanto all’edicola c’è anche un cestino per le immondizie che spesso è stracolmo, con rifiuti che tracimano a terra. Abbiamo controllato, forse Veritas dovrebbe organizzarsi per far cambiare i sacchetti più spesso, specie nel fine settimana».
Accanto all’edicola c’è il bar Sport e il titolare Stefano Trevisan allarga le braccia: «Ditemi voi cosa dobbiamo fare. Pago un plateatico e se non mi pulisco da solo il guano che arriva da tetto e terrazzo della casa soprastante, non lo fa nessuno. Poco più in là c’è la pavimentazione piena di macchie. Basterebbe un po’ d’acqua, un lavaggio fatto come si conviene e tutto sparirebbe. Sono costretto a tenere i tavolini a due metri dal muro dei portici, altrimenti i clienti vengono centrati in pieno dai piccioni. E così ci perdo anche economicamente: non posso usare spazi del plateatico che paga. Spesso esco dal bar per gettare acqua nel cestino dei rifiuti, perché la gente ci butta le sigarette e rischia di prendere fuoco tutto».
Poco più in là c’è piazzetta Da Re. Qui i gestori dei negozi di abbigliamento ogni mattina usano acqua e scopettoni per pulire i masegni dal guano sotto le vetrine delle loro attività. Altrimenti i clienti non ci passano. «È una vergogna», commenta l’orologiaio Michele Zanella. «Il guano di piccione provoca una cinquantina di diverse patologie. Qui sulle cassette della posta si secca e viene disperso nell’aria. Lo respiriamo. Ma cosa ci vuole a promuovere interventi di pulizia? Non è colpa nostra, però intanto le tasse le paghiamo».
Da Veritas replicano così: «Puliamo la piazza tutti i giorni. Viene spazzata a mano e meccanicamente, a volte spruzzando acqua per abbattere le polveri. Anche i sacchetti vengono cambiati tutti i giorni. Ma il lavaggio e la pulizia del guano non rientrano nel contratto di servizio con il Comune».
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