«Assassinio premedidato» la Procura non ha dubbi
PADOVA. «Freddy è sulle spine. A quest’ora domani sarà tutto sistemato». È il testo di un sms che Manuela Cacco manda a Debora Sorgato poche ore prima dell’omicidio volontario di Isabella Noventa.
Per la Procura è la pietra miliare dell’accusa per incastrare il diabolico terzetto: l’assassinio era premeditato. Debora ne manda uno dove chiede all’amante del fratello: «Ti ha detto della pizza?». Insomma le due donne sanno che Freddy deve vedere Isabella per mangiare la pizza la sera del 15 gennaio 2016, si tratta di una trappola per far fuori Isabella, diventata scomoda. Dopo mangiato infatti Freddy finge di star poco bene e si fa accompagnare nella villetta di via Sabbioni a Noventa Padovana dalla Noventa. Ma lì c’è pronta ad attendere i due Manuela, che la ammazza con crudeltà e freddezza.
Messaggi che spiegano in parte anche il perchè a Manuela Cacco la pubblica accusa contesti le medesime accuse mosse ai due fratelli Sorgato. Sapeva tutto e ha partecipato alla pianificazione di quell’efferato omicidio. Accuse che ovviamente ora devono trovare la conferma in aula.
Il 9 gennaio, sei giorni prima del fattaccio, la Cacco manda un messaggino a Freddy: «Ti amo, porta pazienza ancora per poco». A cosa si riferisce? Per il pubblico ministero Giorgio Falcone non c’è dubbio: al fatto che l’omicidio di Isabella parte da lontano e matura dopo una lunga programmazione. Nel capo d’imputazione il magistrato è chiaro in merito ai tre indagati: «In concorso e previo accordo tra loro, cagionavano la morte di Isabella, colpendola alla testa e soffocandola».
Nel frattempo i tre sono in carcere da quasi 14 mesi, un tempo durante il quale si sono traditi in qualche colloquio dietro le sbarre.
Nessuna confessione clamorosa, ma mettendo assieme i messaggini prima e le mezze parole dopo, ce n’è per inguaiare il terzetto, anche in assenza del corpo della povera Isabella, sparito.
Freddy, Manuela e Debora ormai stanno contando i giorni: il 9 maggio è fissato l’inizio del rito abbreviato con tappe successive l’11 e il 18 maggio con la sentenza è attesa per il 6 giugno.
«Morta per soffocamento durante un gioco erotico», è l’unica spiegazione fornita da Freddy all’indomani del fermo e quella è rimasta. Linea mantenuta dai difensori (i legali Giuseppe Pavan e Massimo Malipiero) che hanno depositato ben 7 relazioni tecniche tra cui una redatta da un medico legale sul soffocamento nel sesso estremo a cui la Procura non crede per nulla. Manuela (difesa dagli avvocati Luca Motta e Roberto Morachiello) ha raccontato la sua verità sull’omicidio, a suo dire come gliel’aveva raccontata Debora.
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