Assalto al blindato della Civis Nalesso e Baldan non escono

Fiesso. Il Tribunale del riesame ha respinto il ricorso, confermando il carcere ai due imputati Contestato anche l’uso di un’Audi A6 rubata per un colpo a Bassano e una pistola rubata a Ferrara
Di Giorgio Cecchetti
BELLUCO.ASSALTO PORTAVALORI IPERLANDO VEGGIANO
BELLUCO.ASSALTO PORTAVALORI IPERLANDO VEGGIANO

FIESSO. Restano in carcere Cristian Baldan e Massimo Nalesso, entrambi di Fiesso, accusati di concorso nell’assalto al blindato della Civis del 21 aprile 2012 a Veggiano, in provincia di Padova. Ieri, il Tribunale del riesame di Venezia presieduto dal giudice Angelo Risi ha respinto il ricorso dei loro difensori, nonostante entrambi abbiano negato di aver partecipato alla rapina. Ad accusarli del «colpo» davanti all’Iperlando sono stati gli inquirenti di Padova due settimane fa, ma i due sono in carcere dallo scorso novembre, quando i carabinieri dei Vicenza, che li intercettavano e li seguivano passo a passo hanno arrestati entrambi dopo che nel garage sotto casa dell’incensurato Baldan è stata trovata un’Audi rubata in uno dei parcheggi dell’aeroporto di Tessera e un vero e proprio arsenale: kalashnikov, pistole di ogni tipo e polvere pirica per confezionare ordigni. Baldan ha raccontato di non saperne nulla e di aver affittato il garage a Nalesso, che ha riferito di non saperne nulla delle armi, confessando invece il furto dell’automobile.

Ed è grazie ai controlli balistici sulle armi che i carabinieri di Padova hanno scoperto che nel garage di Baldan c’era il mitra che aveva sparato alle gambe di uno delle guardie giurate del furgone Civis rapinato a Veggiano. In quell’occasione, tra l’altro i rapinatori avevano sparato senza alcun motivo, visto che il vigilante era già a terra immobile. Non solo, una delle pistole trovate a Fiesso apparteneva alla stessa guardia giurata, due prove schiaccianti che Baldan e Nalesso avevano avuto un ruolo in quell’assalto dell’aprile 2012. Ma gli investigatori dell’Arma hanno scoperto anche altro: l’Audi 6 rubata a pochi passa dal «Marco Polo» sarebbe stata l’auto usata per un’altra rapina ad un blindato, un «colpo» messo a segno a Bassano e sul quale i carabinieri di Vicenza stanno ancora indagando. Infine, tra le armi, c’è una pistola strappata in un’altra rapina a un portavalori, questa volta messa a segno a Ferrara. I militari di Vicenza, quindi, si sono trovati di fronte ad un vero e proprio covo di una banda dedita alle rapine ai furgoni blindati, un’attività che andava di moda quando la l’organizzazione nota come mafia della Riviera del Brenta era in piena espansione. E, come allora, a tenere le armi e, spesso anche la refurtiva, erano persone incensurate che non dovevano attirare i sospetti delle forze dell’ordine. Ma in questa occasione Baldan si è fatto pizzicare con Nalesso, personaggio con una sfilza di precedenti penali.

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