Assalirono portavalori, due in manette

Cristian Baldan e Massimo Nalesso di Fiesso accusati di aver fatto parte del commando che ferì gravemente un vigilante
Di Simonetta Zanetti

FIESSO. C’è voluto un anno e mezzo ma adesso finalmente, due dei presunti membri del commando che assaltò l’Iperlando di Veggiano, ferendo in modo grave un vigilante e sequestrandone un altro, hanno un volto. E si trovano in carcere.

La sera del 21 aprile un gruppo di banditi armati - formato da 4 persone - aveva aggredito una pattuglia di tre vigilanti della Civis mentre era impegnata a prelevare gli incassi del centro commerciale. I banditi, travisati con il passamontagna e armati di fucile a pompa avevano raggruppato e disarmato Maurizio Primucci e Matteo Pagiaro, addetti al recupero dei soldi, e l’autista Narciso Baldin. Subito impossessatisi del sacco ancora in mano a uno dei vigilanti (contenente 102 mila euro), dopo aver appreso da Primucci che il blocco del sistema non consentiva di aprire la cassaforte (dove c’erano oltre 700 mila euro), gli avevano sparato alle gambe prima di fuggire caricando Baldin nel bagagliaio della Audi A4. Le modalità operative del commando, che aveva agito con una tecnica paramilitare, ordinata e fulminea, avevano fin da subito da reso molto difficili le indagini affidate a una capillare attività informativa di strada, tra testimonianze e pedinamenti, che tuttavia ieri, alle prime luci dell’alba, ha consentito ai carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal pm Sergio Dini di arrestare Cristian Baldan, 42 anni, e Massimo Nalesso, 58, entrambi residenti a Fiesso D’Artico e già sottoposti a regime detentivo. I due devono rispondere di concorso in rapina pluriaggravata continuata e uso di armi automatiche da guerra importate clandestinamente.

La svolta nelle indagini che ha visto la mobilitazione degli organi investigativi di tutta la regione, è arrivata nel novembre 2013 quando i carabinieri di Vicenza hanno rinvenuto un arsenale di armi automatiche e semiautomatiche, oltre a un’Audi A6 rubata - con ogni probabilità pronta ad essere impiegata in un nuovo colpo - in un garage di Fiesso d’Artico di proprietà di Baldan, fino ad allora insospettabile dirigente della società di logistica Bartolini, incensurato e definito affidabile dai colleghi. A quel punto non restava che capire in quali furti fossero stati utilizzati quegli attrezzi. Ad incastrare Baldan è stato il ritrovamento di una “mototroncatrice circolare”, identica a quella descritta meticolosamente dalla guardia sequestrata dai rapinatori per coprirsi la fuga e che, per diversi minuti, condivise il bagagliaio proprio con l’attrezzo da scasso che serve per tagliare pareti blindate. Non solo: sempre nel garage era stato sequestrato un Ak-47 che, stando agli esami balistici del Ris di Parma, esplose tre colpi durante la rapina. Sempre nel garage, infine, era stata ritrovata una pistola sottratta a una delle guardie giurate, accertamento, quest’ultimo, reso particolarmente difficile dato che il numero di matricola era stato abraso. L’attività investigativa ha poi testimoniato l’assidua frequentazione tra Baldan e Nalesso.

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