Ascione, l’omicidio è stato premeditato

Musile. Chiuse le indagini per il delitto di Mariarca Mennella. Il reo confesso chiederà il rito abbreviato per evitare l’ergastolo
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - DELITTO MENELLA SCIONE - L'ABITAZIONE DELLA VITTIMA AL SECONDO PIANO DI VIA DANTE 11
MORSEGO - DINO TOMMASELLA - MUSILE DI P. - DELITTO MENELLA SCIONE - L'ABITAZIONE DELLA VITTIMA AL SECONDO PIANO DI VIA DANTE 11

MUSILE. Omicidio volontario premeditato. Il pubblico ministero Riccardo Incardona ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio di Antonio Ascione, il pizzaiolo che il 23 luglio dell’anno scorso ha ucciso con cinque colpi di coltello l’ex moglie Mariarca Mennella, la mamma 38enne di Torre del Greco, che viveva a Musile, dove lavorava come commessa.

Appena appresa la notizia della chiusura delle indagini, l’avvocato difensore Giorgio Pietramala ha annunciato che - non appena sarà fissata l’udienza per il rinvio a giudizio - chiederà il rito abbreviato: un processo davanti al giudice per le udienze preliminari, e non in Corte d’Assise. Un rito che prevede lo sconto di un terzo della pena, in cambio di un procedimento più veloce rispetto a quello in aula con i giudici popolari, come previsto per un delitto. Il rito abbreviato potrebbe evitare l’ergastolo all’uomo che ha ucciso la sua ex moglie tra le 5 e le 7 di domenica 23 luglio 2017.

Un altro femminicidio. Un altro uomo incapace di accettare la libertà di una donna.

Secondo il linguaggio scientifico dei medici legali Cristina Mazzarolo e Raffaele De Caro - che hanno effettuato l’autopsia sul corpo martoriato della giovane donna, colpita tre volte al torace e due alle braccia - ad uccidere Mariarca è stato «a un arresto cardiocircolatorio irreversibile» a cui si è sommata «una anemia acuta post emorragica da sezione del polmone di sinistra, del pericardio e dell’aorta».

Ascione, reo confesso, ha colpito la donna mentre lei stava dormendo a letto. Poi, forse in un momento di presa di coscienza, quando l’ex moglie era ormai agonizzante, ma ancora viva, aveva chiamato il 112, chiedendo ai carabinieri di fare presto: «Venite qui, sono Antonio, ho accoltellato la mia ex moglie». Quando l’ambulanza era arrivata nell’appartamento di via Dante Alighieri, però, per Mariarca non c’era stato più nulla da fare.

Con la chiusura delle indagini, si apre ora la fase processuale: l’accusa della quale dovrà rispondere Ascione è quella più grave: omicidio volontario, con l’aggravante della premeditazione.

Se mai abbia senso in queste terribili storie di violenza anche solo nominare la parola “giustificazione”, il pizzaiolo ha comunque raccontato nel corso delle indagini che a far scattare la rabbia omicida, all’alba di quella domenica, sarebbero stati alcuni sms che aveva trovato nello smartphone della sua ex. Lei era una donna libera da oltre un anno, dopo la fine del loro burrascoso matrimonio. Mariarca aveva deciso di ospitarlo in casa per alcune notti, nonostante la fine del rapporto. Un gesto di fiducia che le è stato fatale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia