Arte al Candiani Klimt fa da apripista: oltre 11 mila visitatori
MESTRE. Superata quota 11 mila per la “Giuditta II” di Klimt in mostra al Candiani. Sono davvero tanti i visitatori della mostra “Attorno a Klimt: Giuditta, eroismo e seduzione” aperta fino al prossimo 5 marzo al centro culturale di Mestre e organizzata per il ciclo di “Corto circuito” della Fondazione Musei civici di Venezia.
Ieri pomeriggio al Candiani è tornata la direttrice del Muve, Gabriella Belli, protagonista di una lezione sul mito della Giuditta, secondo appuntamento di approfondimento. Il terzo, il 3 marzo, vedrà l’arrivo di Flavio Caroli, studioso dell’arte noto al grande pubblico. E la mostra di Mestre finisce anche sulle pagine dei giornali nazionali, segno che davvero qualcosa sta cambiando nel rapporto tra Mestre e il mondo della cultura. Il 2016 è stato l’anno della Biennale a Forte Marghera e dell’arte approdata al centro culturale di Mestre. Idea di cui si è parlato per vent’anni e che ora si concretizza, premiata dal successo del pubblico. Per la maggior parte i visitatori sono veneziani e mestrini, ci sono le scolaresche e gli universitari ma arrivano visitatori anche dall’area metropolitana ed oltre, sfruttando la possibilità di muoversi con il treno per raggiungere Mestre. Ieri si è detta soddisfatta della sfida culturale di portare quadri antichi e moderni in mostra nel cuore di Mestre. «Questi oltre 11 mila visitatori sono un risultato davvero importante per il Candiani, un luogo che mi piace e che sento vicino anche se avrebbe bisogno di un maquillage. Stiamo già lavorando al prossimo appuntamento di aprile, prima di Pasqua, quando indagheremo il mito dell’annunciazione, positivo nell’antichità perché simbolo di nascita ma che nell’arte contemporanea ha assunto un tono negativo, perché quel figlio muore e quindi andremo ad indagare il rapporto tra nascita e morte», ci spiega la Belli.
Arriveranno per l’occasione al Candiani “L’annunciazione” del Tiziano e anche il “Sole in piazza San Marco” di Lucio Fontana. E per l’estate, ecco i quadri di Andy Warhol, Roy Lichtenstein e gli altri artisti della Pop art, protagonisti della Biennale di Venezia del 1964. Il quarto appuntamento di “Corto circuito” sarà quello con «le opere italiane custodite all’Ermitage di San Pietroburgo». La Fondazione Musei civici di Venezia conferma di voler lavorare a lungo in città. «Il sindaco è stato determinante nel spingerci ad elaborare questo progetto», spiega la dottoressa Belli. «Lui ha dato l’imput e la Fondazione ha fatto il suo dovere. Anche le aperture serali sono pensate per attirare il pubblico della Biennale che di sera può spostarsi anche a Mestre. I tempi sono davvero maturi e devo dire che mi sono potuta muovere in libertà su questo progetto».
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