«Arsenico oltre i limiti servono controlli mirati»

De Majo (Confindustria Vetro): «È fuorilegge, forse c’è chi sta smaltendo scorte» La Cgil rilancia: «Molte fornaci hanno chiuso, se ci sono furbi vanno stanati»
Di Simone Bianchi
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 28.09.2015.- Inaugurazione nuovo spazio Carlo Moretti. Murano. Nella foto: La Fornace
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 28.09.2015.- Inaugurazione nuovo spazio Carlo Moretti. Murano. Nella foto: La Fornace

MURANO. Confindustria e Filctem-Cgil chiedono maggiori controlli sulle emissioni derivate dalla produzione del vetro artistico muranese. Pronta la risposta alla Municipalità del centro storico, Murano e Burano che domani alle 18.30 ha organizzato un Consiglio specifico a Palazzo Da Mula. In ballo ci sono i valori molto alti di arsenico e cadmio registrati ancora per tutto il 2015 dall'Arpav, e che saranno sul banco degli imputati nell'assemblea di domani con i cittadini.

«Per ciò che riguarda l'arsenico mi stupisco», argomenta Lucio De Majo, presidente di Confindustria Vetro Venezia, «e lo dico in virtù del fatto che da un anno è fuorilegge nelle nostre produzioni e non ci si può neppure approvvigionare. Se ancora a Murano i dati sono elevati, mi vien da pensare che ci sia qualcuno che fa il furbo e sta smaltendo le ultime scorte nonostante il divieto. Da qui servirebbero allora controlli mirati da parte delle autorità competenti, però non solo verso i soliti noti, ma davvero tutti quanti. Per il cadmio il discorso è diverso. Nella produzione è utilizzato per creare i colori rosso e arancione, e abbiamo già firmato tutti un accordo di programma con la Stazione sperimentale del Vetro e la Città metropolitana per ridurne l'uso assieme ad altri elementi finora utilizzati. Negli ultimi anni a Murano si è fatto molto in questa direzione, e Confindustria è in prima linea per trovare soluzioni in base alle richieste che di volta in volta riceviamo».

Dura la posizione assunta da Michele Pettenò, segretario della Filctem-Cgil Vetro di Venezia. «Con l'Arpav questo tipo di lavoro è iniziato tre anni fa», spiega, «quando i valori erano anche cento volte superiori alla norma nella zona compresa tra la scuola elementare e il municipio di Murano. Chiediamo per primi il rispetto delle norme e il controllo dei fumi e degli abbattitori. Ma qui va pensata anche un'altra cosa: la crisi non ha messo in ginocchio le aziende solo sotto il profilo della produzione, forse anche nelle attività di controllo delle emissioni. Come è possibile che ci siano ancora valori così alti nell'aria, se negli ultimi anni sono state numerose le fornaci che hanno chiuso e molto inferiori le ore lavorate per via della cassa integrazione? Con la salute della gente non si scherza, quindi se ci sono dei furbi vanno stanati, e servono assolutamente nuovi controlli in tutti i tipi di produzioni».

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