Arsenale, il sindaco diffida la Marina
Il Museo navale ai privati. E il Comune dichiara «guerra» alla Marina. Una vera dichiarazione di apertura delle ostilità quella inviata dal sindaco Giorgio Orsoni al Capo di Stato Maggiore della Marina, ai ministri della Difesa e delle Infrastrutture, ai responsabili dell’Agenzia del Demanio. Orsoni diffida il ministero e annuncia una causa di risarcimento danni. Il casus belli riguarda l’uso dell’Arsenale, che la legge del 7 agosto 2012 ha trasferito come proprietà al Comune «ad eccezione delle porzioni utilizzate dal ministero della Difesa per i suoi compiti istituzionali». Invece il Comune ha scoperto «per puro caso» che il Museo storico navale, fiore all’occhiello della storia marinara della Serenissima, per cui da anni si inseguono progetti di rilancio e valorizzazione, sta per essere affidato ai privati. Lo Stato maggiore della Difesa, dice il sindaco Giorgio Orsoni, «ha stipulato con la società Difesa Servizi spa un atto volto a sfruttare economicamente e commercialmente la parte relativa al Museo navale». Una parte che sia la legge che la convenzione firmata con il Demanio prevedono invece di destinare al Comune. Si torna dunque a qualche anno fa, quando l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa aveva avviato l’iter per «valorizzare e privatizzare l’Arsenale». Ma allora non c’era la legge che prevede la proprietà al Comune. Legge ancora non del tutto applicata. Tanto che la società Difesa servizi spa ha pubblicato un bando di gara per individuare «soggetti che svolgano attività nei settori turistico nautico-museale-alberghiera-organizzazione eventi».
Una finalità economica, dunque, che contrasta con il fine previsto dalla legge. Ecco allora la diffida, che prelude ad azioni giudiziarie e di risarcimento danni. «Invitiamo il ministero a consegnare le aree del Museo Navale al Comune», scrive Orsoni, «dal momento che sia la convenzione che il bando dimostrano che quegli spazi non sono funzionali allo svolgimento di attività istituzionali». «In caso contrario», conclude il sindaco, «il Comune sarà obbligato a richiedere l’adempimento giudiziario e il risarcimento dei danni». Un nuovo fronte si apre dunque sull’uso dell’Arsenale. La parte nord è stata affidata al Consorzio Venezia Nuova fino al completamento del sistema Mose. La parte monumentale in convenzione alla Biennale per le mostre d’Arte. La parte sud alla Marina per la parte istituzionale. Resta da stabilire il futuro di molte Teze e capannoni - affidati dalla legge al Comune – ma anche dei grandi spazi del Museo navale. Che proprio un progetto della Marina, mai realizzato, prevedeva di allargare nell’area oggi abbandonata delle ex officine. Un progetto, quello dell’Arsenale, che per decollare ha adesso bisogno di risorse. Soldi che potrebbero arrivare dal canone di affitto ai soggetti che occupano Tese e capannoni. Ma anche con i possibili introiti di un museo navale modernizzato e gestito dal sistema museale cittadino. Ipotesi che secondo il Comune, il bando avviato dalla Marina potrebbe vanificare.
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