Arruolava escort tra le studentesse
TREVISO. Approfittava del suo incarico di fotografo di eventi nelle discoteche per avvicinare bariste e ragazze immagine nei locali della “movida” della Marca. Poi, una volta intuita la fragilità e il bisogno di denaro, proponeva loro di vendere il proprio corpo in cambio di lauti guadagni. Della sua “scuderia” facevano parte almeno tre giovani donne, delle province di Treviso, Venezia e Padova, tra i 20 e i 33 anni, in genere studentesse o bariste, che arrotondavano così il loro magro compenso di saltuarie dipendenti dei locali, con somme che andavano dai 100 ai 500 euro, a seconda dell’avvenenza della ragazza, del programma della serata ed anche della disponibilità del cliente. Il fotografo, Luigi Mugnolo, 64 anni, residente a Jesolo, tratteneva per sè una percentuale di quei compensi. Per questo motivo, i carabinieri, al termine di un’indagine iniziata un anno fa, l’hanno arrestato su ordine di custodia cautelare per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Mugnolo si trova ora agli arresti domiciliari, nella sua abitazione di Jesolo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Angelo Mascolo che ne ha disposto la misura cautelare.
L’indagine dei carabinieri è partita un anno fa ed ha permesso di togliere il velo da una realtà sommersa della “movida” della Marca. Tre giovani, anche se le posizioni di altre ragazze sono al vaglio dei militari dell’Arma di Treviso, si prostituivano per arrotondare il magro compenso. Il loro comune denominatore era il posto di lavoro: operavano infatti come bariste o ragazze immagine nelle discoteche della Marca. Ad adescarle, con la promessa di soldi facili era, secondo i carabinieri, un fotografo di Jesolo, che operava in occasioni di eventi particolari nelle discoteche. Luigi Mugnolo, 64 anni, avrebbe fatto leva sulla fragilità di queste giovani donne per prospettare guadagni sostanziosi. Naturalmente, la sua opera di intermediario doveva essere compensata con una percentuale. Le tariffe variavano dai 100 ai 500 euro. Le discriminanti sulle tariffe riguardavano l’avvenenza della ragazza e la disponibilità economica del cliente. C’era, infatti, una “scala mobile” delle tariffe in base al mestiere del cliente. Se si trattava di un imprenditore la tariffa applicata saliva a 500 euro, se invece di un semplice impiegato allora scendeva fino ad un minimo di 100 euro. Secondo quanto appurato dai carabinieri della compagnia di Treviso, i clienti erano una trentina, per lo più dai 40 ai 50 anni, provenienti in particolare dalle province di Treviso, Padova e Venezia.
Era sempre il fotografo jesolano, in base alle indagini dei carabinieri, a proporre le serate hard con le sue giovani escort e a stabilire il programma della serata. C’era chi chiedeva di consumare con le escort una cena al ristorante e poi l’intera nottata. Chi, invece, passava subito al sodo. In genere, le escort si prostituivano in albergo.
All’alba di venerdì, i carabinieri si sono presentati alla porta di casa di Mugnolo per notificargli un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Nei prossimi giorni in tribunale a Treviso ci sarà l’interrogatorio di garanzia.
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