Arriverà dai "Do Forni"il pranzo per il Papa

Domenica in Patriarcato una trentina di vescovi e 700 sacerdoti. Menu ancora top secret
Folla di fedeli nella Basilica di San marco, a destra papa Benedetto XVI e sotto il ristoratore veneziano Eligio Paties, titolare del «Do Forni»
Folla di fedeli nella Basilica di San marco, a destra papa Benedetto XVI e sotto il ristoratore veneziano Eligio Paties, titolare del «Do Forni»
VENEZIA. Il ristorante «Do Forni» preparerà il pranzo per Papa Benedetto XVI che si svolgerà in Patriarcato domenica 8 maggio dopo la solenne liturgia celebrata alle 10 a Mestre al parco di San Giuliano insieme a una trentina di vescovi e circa 700 sacerdoti. Il noto ristorante veneziano, aperto il 19 marzo 1973, si trova a due passi dalla Basilica di San Marco. Da bar con piccola cucina per veneziani è diventato locale di fama internazionale. Il segreto: «Umiltà e qualità». Il titolare Eligio Paties, classe 1942, è di origini friulane. «Ma abito a Venezia da 55 anni». Riservato ma onorato per l'incarico ricevuto dal Patriarcato spiega: «Ho servito tanti capi di Stato, re e regine. Qui in ristorante sono passati anche il principe Carlo e lady Diana d'Inghilterra. Ma per la prima volta preparerò la colazione per un pontefice. Sono davvero emozionato non conoscendo da vicino l'etichetta da osservare in simili contingenze. Conosco un po' la lingua tedesca e spero che almeno questa mi aiuti nel singolare approccio». Alcuni mesi fa la Curia ha commissionato a Paties il prossimo pranzo domenicale per il Santo Padre, ma il menù per un centinaio di commensali, vescovi e autorità, è ancora «top secret». Sarà il Patriarcato a preparare la lista delle pietanze. Ieri il titolare ha incontrato alcuni rappresentanti della Curia: «Noi abbiamo dato solo alcuni suggerimenti di massima. Verseremo tre particolari tipi di vino, rosso, bianco e da dessert di vitigni esclusivamente veneti. Dalla casa sarà preparato anche un aperitivo. Immancabilmente la posateria sarà d'argento, quella delle grandi occasioni». Il servizio in cucina e ai tavoli per il Pontefice sarà espletato da cinque cuochi e una ventina di camerieri, che indosseranno la livrea bianca. Il titolare invece si presenterà in un elegante abito di colore grigio scuro. Tutta la preparazione e la cottura delle vivande avverrà in locale apposito del palazzo patriarcale. «Per questo ho fatto più sopralluoghi constatando che negli ampi spazi del Patriarcato potremo operare agevolmente con i nostri strumenti di lavoro. Molto agevole è la grande sala destinata al convivio. Sul versante accoglienza siamo sereni. Ogni giorno arrivano autorità, ministri, attori. Tra gli ultimi: il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, la moglie del presidente russo Medvedev». Dalla sala si leva una voce. Qualcuno suggerisce: «Qui ha pranzato anche l'attrice statunitense e ambasciatrice dell'Unhcr Angelina Jolie». Paties prosegue: «Probabilmente rimarremo anche a servire la cena dopo la partenza di Papa Benedetto XVI alla volta di Roma. Per il momento questo servizio è ancora da definire». Il titolare afferma: «Se mi venisse concesso di interloquire gli esporrei il disagio delle frange più deboli della società, i giovani disoccupati e le varie povertà». E conclude: «Conservo comunque nel cuore la speranza che il Santo Padre vorrà firmare anche lui nel registro degli ospiti illustri».

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