Arrivano nuovi immigrati, ma non è vero
CONA. Da quando sono arrivati i profughi a Conetta, il prefetto di Venezia e il sindaco di Cona non sono mai andati troppo d’accordo, ma a nessuno dei due piace essere additato come colpevole di nuovi fantasiosi insediamenti di migranti. E se Cuttaia ha appena minacciato denunce per procurato allarme nei confronti di chi diffonde false voci di arrivi di profughi in questo o quel posto, Panfilio ha quasi messo in pratica la stessa minaccia, stroncando sul nascere una protesta (infondata) che gli stava per scoppiare in casa.
Tutto era nato dal post su Facebook di una signora di Cona che asseriva, con sicurezza, che nelle ex scuole elementari di Cantarana sarebbero arrivati altri profughi. «L’ha detto il sindaco», aveva aggiunto a dimostrazione della verità del suo scritto. Peccato che Panfilio non l’avesse mai detto e che quell’utilizzo delle vecchie scuole non sia minimamente previsto. Così il primo cittadino, servendosi dello stesso social network, ha annunciato pubblicamente querela nei confronti della donna e l’ha anche contattata per avere spiegazioni sulla sua affermazione. La donna avrebbe detto che era stata una sua amica a dirglielo, la quale l’aveva sentito di persona in un bar dove Panfilio era andato a prendere un caffè ed era stato interrogato da alcuni cittadini sulla questione profughi.
Insomma, due fraintendimenti, uno di seguito all’altro, che avevano dato origine alla voce sbagliata che già stava agitando le acque virtuali della piccola comunità. Tutto è finito quando la signora, resasi conto dell’errore, ha cancellato il post e ne ha pubblicato un altro in cui chiedeva scusa «per la notizia falsa». Non è la prima volta che, a Cona, si diffondono voci di nuovi insediamenti di profughi, a esempio in un capannone industriale dismesso (la ex fungaia), che non hanno avuto alcun seguito. E la stessa cosa sembra verificarsi a Cavarzere dove la voce dell’arrivo di migranti nell’ex zuccherificio (recisamente smentita dal sindaco) e la notizia (vera) della stipula di una convenzione tra il Comune e il tribunale di Venezia per l’impiego di due detenuti in lavori socialmente utili, è diventata, per qualcuno, l’insediamento di «profughi ex carcerati» nello stesso zuccherificio. Insomma, una sorte di psicosi che porta a confondere la realtà con la fantasia creando, appunto, allarme e disagio sociale.
Diego Degan
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia