Arrivano Monti e Napolitano, la Capitale in laguna /LA DIRETTA
Il saluto dell’Amerigo Vespucci, veliero scuola della Marina. E lo sbarco del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalle nave militare «Argo» al pontile di San Marco Vallaresso. Sono le due novità che apriranno stamani in Piazza San Marco la festa della Marina, alla presenza del Capo dello Stato e del presidente della Camera Gianfranco Fini. Per qualche ora, Venezia diventa la capitale d’Italia, perché a pochi metri da San Marco il presidente del Consiglio Mario Monti parteciperà nell’isola di San Clemente alla prima giornata del 23esimo incontro per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti. Momenti diversi, che vedono però fianco a fianco in laguna le cariche più alte dello Stato.
A San Marco la cerimonia comincerà alle 11. Non appena il presidente Napolitano, ormai un assiduo frequentatore della laguna, sarà sbarcato a San Marco dalla nave Argo, unità navale costruita a Gaeta, che dal 2001 viene impiegata come unità presidenziale. A bordo di un’auto elettrica, il presidente arriverà in Piazza dove sarà accolto dagli onori militari. Giornata intensa e densa di significati, anche se l’intera cerimonia si concluderà verso mezzogiorno, quando Napolitano farà ritorno a Roma a bordo dell’area presidenziale. La festa della Marina si celebra quest’anno a Venezia, città marinara dove sorge l’Arsenale, la più antica fabbrica navale del mondo, in concomitanza con il 50esimo anniversario della fondazione della scuola navale militare Francesco Morosini. Anche la Marina militare compie 150 anni, e proprio a Venezia ora l’arma vuole celebrare una secolare tradizione di scuola marinara in laguna, dalla Serenissima a oggi. Giornata che sarà dedicata alla solidarietà per le popolazioni emiliane colpite dal terremoto. E ai due fucilieri di Marina arrestati in India perché accusati di omicidio. Previsto anche il giuramento solenne di 65 allievi del Morosini (tra cui 15 donne). Dalla grande tribuna allestita davanti al Caffé Florian – i plateatici sono stati ritirati e sospesi per tutta la gioanata e fino allo smontaggio del palco – parleranno il ministro della Difesa ammiraglio Di Paola, il Capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il presidente degli ex allievi del Morosini, il commercialista veneziano Guido Sesani. Infine, il discorso del presidente Napolitano, concluso come prevede il cerimonale con un picchetto militare e gli onori con l’alzabandiera.
Una cerimonia in grande stile che ha sollevato anche qualche critica. Per l’occupazione di piazza San Marco con la grande tribuna per molti giorni ela chiusura di plateatici dei bar di San Marco. Ma anche per le spese, non soltanto della cerimonia, ma per gli armamenti. I due consiglieri comunali Beppe Caccia e Camilla Siebezzi hanno infatti restituito l’invito alla cerimonia. «Quei soldi», dicono, «potrebbero essere spesi per il welfare. Non partecipiamo a questa cerimonia mentre il nostro Comune è strangolato dalle tasse imposte da Roma».
Altra contestazione quella degli indipendentisti. Albert Gardin, Daniele Quaglia, Viviana Cattani, Giuseppe Pesce, Lorenzo Ponte, Paolo Zanatta, Bruno Zattra, Giorgio Gasperini protestano con lo sciopero della fame contro «l’adunata oceanica a San Marco». E ricorderanno le ragioni dell’indipendenza della Serenissima il 18 giugno davanti alla tomba di Daniele Manin, «presidente della Repubblica veneta». «E’ l’anniversario della dichiarazione di indipendenza della Francia pronunciata da De Gaulle», dicono gli indipendentisti.
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