Arriva lo tsunami ma è solamente un’esercitazione
Un terremoto di magnitudo 8.1 della scala Richter ha colpito Venezia e la sua laguna. Una seconda scossa di valore 6.2 ha aggravato ulteriormente la situazione dopo che una onda di tsunami ha sommerso il Lido, Pellestrina e si è inoltrata per un chilometro nella terraferma, allagando Mestre e dintorni. Molti i morti, i feriti e i dispersi da raggiungere in tempi brevi per salvare il più alto numero di vite possibile. Questo lo scenario che sta caratterizzando da due giorni l’esercitazione Modex Falck 2013, promossa dalla Commissione Europea con la partecipazione di squadre di ricerca e soccorso giunte da Inghilterra, Estonia e Ungheria, mentre all’Austria è andato il compito di gestire le telecomunicazioni sul campo. In tutto 170 uomini, cui si aggiungono 60 volontari della Protezione civile locale e una quarantina di vigili del fuoco del comando provinciale. Forte Marghera quale campo base per il personale straniero e il team che coordina l’intervento, quattro scenari differenti sul campo e a verificare lo svolgimento dell’esercitazione ci sono gli specialisti della Falck, fondazione olandese che ha vinto l’appalto per la gestione delle varie fasi di addestramento. Tutto è iniziato lunedì sera con i primi arrivi tra personale straniero e mezzi al seguito, passati al setaccio dalla Guardia di Finanza nel deposito dell’Esercito a Campalto, luogo deputato a fungere da confine di Stato e per la verifica che non venissero introdotte armi o sostanze chimiche nel Paese, denominato Modexland per l’occasione. Dopo una prima fase di studio della situazione, ieri le varie squadre sono state impegnate in differenti situazioni fino a notte fonda. Gli uomini dell’Isar britannico, tra i più preparati al mondo e in azione anche in Giappone per il disastro di Fukushima, hanno operato all’ex ospedale al Mare del Lido, recuperando otto persone tra le macerie di un ipotetico villaggio turistico. Un’azione talmente reale che ieri c’è stato chi ha pensato a un intervento effettivo per cercare elementi radioattivi dentro i vecchi padiglioni lidensi. Gli ungheresi dell’Usar hanno salvato tre persone cadute con le auto da un ponte di via Castellana alla Cipressina, gli estoni hanno rilevato tre morti e tre feriti sull’isola di Poveglia dentro l’ospedale, mentre nel finto carcere di San Giorgio in Alga inglesi ed estoni hanno collaborato alla ricerca di feriti, mentre la polizia penitenziaria catturava i prigionieri che tentavano di fuggire. “Ottima la collaborazione con le autorità locali”, ha garantito uno dei team coordinator, “sia per l’approvvigionamento di carburante e acqua per le operazioni”. Il tutto si concluderà oggi, e questa è solo una maxi esercitazione. La realtà purtroppo è ben diversa, ma le forze presenti in questi giorni stanno mostrando tutte le loro capacità sul campo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia