Arrestato un croupier al Casinò di Ca' Noghera, intascava i soldi dei clienti
TESSERA. Arrestato un croupier del Casinò di Ca’ Noghera. L'episodio si è verificato ieri sera nella sede della Casa da gioco di terraferma, e ha creato parecchio scompiglio. L'uomo, originario di Dolo, cinquant'anni, lavorava sia alle roulette sia a un gioco che si chiama “punto banco”, un gioco francese (la sfida non è tra giocatori, ma tra il giocatore e il banco e si vince con le carte 8 e 9) in cui si può sfidare la "Dea Bendata" con le fiches, ma anche con il denaro.
Il croupier è un uomo di grande esperienza, che godeva della fiducia dell'azienda. Insomma, una di quelle persone “insospettabili”. Tanto che proprio lui, è stato tra coloro che nel 1999 avevano tenuto i corsi ai nuovi croupier per l'apertura della sede della terraferma del Casinò. L'arresto, confermato dal Casinò, sarebbe avvenuto perché il croupier tratteneva per sé parte dei soldi giocati dai clienti. Secondo quanto emerge dalle prime frammentate notizie, l'arrestato si sarebbe impossessato dei soldi sia nei panni di operatore di gioco alla roulette, che proprio al “punto banco”. Solo ieri sera si sarebbe intascato almeno 500 euro, ma non è dato sapere a quanto ammonta la somma complessiva e da quanto sottraeva denaro alla Casa da gioco.
Al Casinò è intervenuta la polizia, che l'ha arrestato e portato via, all’incirca attorno alle 18, nel tardo pomeriggio, quando ci si preparava ad entrare bel vivo della serata. Stando alle fonti delle forze dell'ordine e della stessa Casa da gioco, da un po’ di tempo, veniva tenuto sotto controllo. Probabilmente più di qualcuno deve aver notato dei movimenti strani. Sicuramente non è stato accorto e il Casinò deve aver accertato delle anomalie, o degli ammanchi. Insomma, i conti con lui, non tornavano e ciò ha messo in allarme gli “addetti”, i quali hanno contattato le forze dell’ordine. La notizia ieri sera, non appena avvenuto il fatto, si è sparsa a velocità della luce, sia tra i colleghi, rimasti di sasso, che tra chi lo conosceva. Ma sono specialmente le persone che da anni ed anni lavoravano con lui, a non credere a quanto hanno saputo. «Non l’avrebbe mai detto nessuno», commentano, «non avremmo mai pensato nulla del genere». Adesso starà alla polizia capire come l’uomo abbia agito.
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