Arrestato l'imprenditore "lidense" Saverio De Martino
VENEZIA. Nell'ambito dell'inchiesta contro la 'ndrangheta "Andromeda" della Procura antimafia di Catanzaro, i finanzieri del Gico hanno arrestato anche l'imprenditore Saverio De Martino, 69 anni, originario di Lamezia ma residente al Lido di Venezia dagli anni '90, ritenuto dagli investigatori strettamente legato al capo cosca Vincenzino Iannazzo. Una figura molto nota al Lido e a Venezia, "dove - secondo quanto riportato dagli investigatori - è riuscito ad inserirsi rapidamente nel contesto economico, sociale e politico del territorio veneto attraverso l'esecuzione di lavori nel settore edile e dell'intermediazione immobiliare e la gestione di attività commerciali di considerevole spessore economico-patrimoniale".
Saverio De Martino è amministratore della società di costruzioni “De Martino Costruzioni srl” che, di recente, ha anche ristrutturato l'hotel Excelsior (con anche la disavventura del rogo della cupola dell'hotel al termine dei lavori).
Secondo quanto riferito -nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro- i principali collaboratori di giustizia del lametino, tra i quali Giuseppe Giampà, capo dell’omonima cosca, e AngeloTorcasio, delineano la figura di De Martino come soggetto in stretti legami personali ed economici con la cosca Iannazzo. Gli stessi collaboratori hanno raccontato, secondo gli inquirenti, di aver fornito protezione a membri della famiglia De Martino quando rientravano a Lamezia Terme, dove il figlio era stato accusato di essere l'autore di un omicidio e lo stesso Saverio De Martino vittima di un tentato agguato.
Il provvedimento rientra tra i 45 arresti effettuati nel corso dell'operazione “Andromeda” contro le cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte di Lamezia Terme. Le indagini hanno permesso di ricostruire la figura dell'impredntore, ritenuto strettamente legato al capo cosca Vincenzino Iannazzo.
Un'indagine nata alle intimidazioni da parte degli affiliati alle cosche Iannazzo e Cannizzaro Daponte, che sarebbero riusciti a impedire con le minacce l'apertura di un ipermercato Lidt: Pietro Iannazzo, ritenuto un elemento di spicco della cosca, e Claudio Scardamaglia, imprenditore ritenuto «vicino» alla famiglia a cui sarebbe stato riconducibile il centro commerciale Agorà, avrebbero prima costretto gli operai della ditta che si stava occupando dei lavori di sbancamento ad abbandonare e poi avrebbero indotto l'imprenditore aggiudicatario dei lavori a rinunciare. Il terreno è stato poi acquistato dallo stesso Scardamaglia. Nell'ambito della stessa indagine è emerso che il presunto capocosca, Vincenzino Iannazzo detto «U Moretto», tramite alcuni prestanome, gestiva direttamente due aziende, la «Tirrena costruzioni» e «Cascina delle bontà». Indagando su questo fronte, sono emersi i legami con Saverio de Martino, che hanno portato al suo arresto.
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