Arrestato corriere della droga
Oreste Lucca residente a Noale è tra le persone finite sotto inchiesta per il maxi sequestro di hashish
NOALE. Tonnellate di hashish dal Marocco, attraverso Spagna e Francia, fino al Sud Italia: c’è anche un corriere della droga di Noale tra le 21 persone destinatarie di misure cautelari (11 in carcere, 8 ai domiciliari e 2 obblighi di dimora) decise dal gip di Bari su richiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia pugliese, che aveva invece chiesto misure per 39 indagati. Oreste Lucca, barese di 57 anni residente a Noale, camionista in ditta di autotrasporti di Massanzago, da martedì si trova agli arresti domiciliari e domani comparirà davanti alla gip veneziana Roberta Marchiori per l’interrogatorio di garanzia in rogatoria. L’accusa a suo carico è di traffico internazionale di stupefacenti. I suoi difensori, gli avvocati Stefano Tigani e Piero Coluccio, stanno studiando l’ordinanza di 500 pagine. Alla gip, i legali chiederanno la revoca o la sostituzione della misura cautelare per consentirgli di tornare al lavoro.
Il nome di Lucca è contenuto nell’ordinanza relativa all’operazione “Lupin” che è riuscita a stroncare un’organizzazione criminale capeggiata dal 53enne Giuseppe Ammirabile di Mola di Bari e dal suo braccio destro Domenico Brandonisio di Bari. Nel corso delle indagini durate oltre due anni, i finanzieri hanno eseguito numerosi sequestri di hashish, per un totale di 2,6 tonnellate, arrestando volta per volta i corrieri.
Tra i sequestri c’è anche quello eseguito l’11 settembre 2015 in un distributore nei pressi dello svincolo dell’A13 a Padova Est. Qui si era fermato il tir spagnolo che all’apparenza trasportava carta igienica, copri cerchioni e cartoni vuoti. Ufficialmente il camion doveva raggiungere una ditta di Stanghella (Padova), in realtà l’indirizzo impostato sul navigatore era quello della ditta di Massanzago dove lavora Lucca. I controlli successivi con i cani antidroga della Finanza avevano permesso di individuare un doppiofondo sotto il vano di carico nel quale erano stipati 469 chili di hashish divisi in 35 buste di cellophane. L’autista spagnolo, Manuel Pizarro Martinez, all’epoca 50enne, era stato arrestato e lo scorso anno ha patteggiato 4 anni. La Finanza era intervenuta prima che il carico di stupefacente venisse consegnato al camionista noalese che, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti pugliesi anche con le intercettazioni telefoniche, si sarebbe dovuto occupare del trasporto dell’hashish dal Padovano alla Puglia, non prima di aver effettuato il trasbordo dello stupefacente su un altro autotreno. Nel piano criminale, al camionista noalese era assicurata anche la cosiddetta “presa”, ossia un trasporto in partenza dalla Puglia con direzione Nord Italia. Secondo gli inquirenti, non c’è dubbio che il veneziano fosse a conoscenza del meccanismo illecito a cui avrebbe aderito anche per fare fronte alle difficoltà economiche. In una intercettazione riportata nell’ordinanza, è proprio Ammirabile ad assicurare a Lucca che se l’indomani fosse arrivato in tempo a destinazione, ad aspettarlo c’era un assegno da 10mila euro. Le indagini scaturite dal sequestro a Padova Est hanno contribuito a ricostruire che quello non era un episodio isolato, ma che dietro c’era un’organizzazione che lavorava sulla direttrice Marocco-Puglia.
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