Arrestati 5 curdi: estorsioni e violenze per finanziare il Pkk / VIDEO
VENEZIA. Sono 5 le ordinanze di custodia cautelare, assieme ad otto perquisizioni domiciliari, emesse dal Gip del tribunale di Venezia nell'ambito dell'indagine della polizia contro una cellula dell'organizzazione Pkk operante in Italia. Oltre agli agenti della Digos di Venezia, hanno operato quelli di Roma, Modena, Padova, Udine e Pesaro. Gli indagati sono accusati a vario titolo di concorso in tentativo di estorsione e lesioni gravi, commesse con l'aggravante della finalità di terrorismo.
Gli arresti di oggi si inseriscono in un'attività pianificata da parte della Direzione centrale Antiterrorismo della Polizia nei confronti delle organizzazioni terroristiche di matrice etnico-indipendentista. L'operazione della Digos di Venezia, infatti, segue quella della polizia di Terni lo scorso 21 febbraio quando è stata smantellata una rete di supporto all'organizzazione terroristica turco-curda Hezbollah con l'arresto di 9 persone che favorivano l'immigrazione clandestina.
Ma non solo: nel febbraio del 2010 proprio la Digos di Venezia aveva concluso un'indagine che aveva portato ad una serie di arresti sempre nei confronti di appartenenti al Pkk. In quell'occasione, la Polizia scoprì una struttura che aveva il compito di reclutare, indottrinare e addestrare giovani immigrati che sarebbero poi tornati in patria per combattere contro lo Stato. Con l'indagine conclusa oggi, invece, gli investigatori sono convinti di aver scoperto il meccanismo di raccolta fondi con cui l'organizzazione si finanziava: un meccanismo basato, anche, sulla violenza e sulle estorsioni.
Le 'trattenute' obbligatorie al mese chieste dalla cellula del Pkk variavano da 10 a 30 euro per ogni lavoratore curdo, mentre ogni anno dovevano essere versati ulteriormente da 1.000 a 5.000 euro e uno 'straordinario' versamento di 50 euro per convegni o materiale pubblicistico. Il denaro veniva poi inviato all'organizzazione terroristica tramite banche tedesche.
Ad occuparsene sarebbe stato Tahsin Duzgun, 40 anni, residente ad Albignasego (Padova) considerato elemento di punta dell'organizzazione e responsabile per il Veneto del Pkk, arrestato assieme ad altri 4 connazionali, il suo 'braccio operativo', nell'operazione antiterrorismo dalla Polizia di Stato. Si tratta di Abdurrahman Tekin, 25 anni, residente a Martellago (Venezia) Hayri Gok, 34, residente ad Albignasego, Emre Irez, 22, residente a Formigine (Modena); e Murat Siyi, 26, residente a Crotone, tutti tranne uno, con attivita' di kebab.
Dalle indagini sono emersi vari episodi estorsivi nel Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana, accertando, ha sottolineato il dirigente della Digos veneziana, Gaetano Ezio, ''le modalità di finanziamento al Pkk'' con uno ''schema consolidato''. Il gruppo agiva contro chi si rifiutava di corrispondere la 'tassa rivoluzionaria' con pressioni estorsive e psicologiche ''e significativi - ha aggiunto Ezio - episodi di violenza''. Il presunto capo, Duzgum , in un'intercettazione fa esplicito riferimento alla circostanza che il denaro raccolto sarebbe servito per acquistare armi e portare a compimento progetti di guerriglia nel sud est della Turchia sud orientale (''i soldi servono - dice - non solo per le armi, i soldi servono anche per il progetto..'').
Nel blitz, a cui hanno contribuito le Digos di Roma, Padova, Pesaro, Modena, Udine, sono state fatte anche 8 perquisizioni, anche nelle abitazioni delle presunte vittime, dalle quali è stato trovato materiale che gli inquirenti hanno definito interessante, come un'agenda-mastro in cui venivano annotati i nomi dei 'contribuenti' e la somma versata. ''Sono state - ha osservato Ezio - perquisizioni piuttosto positive che lasciano ben sperare''.
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