Arredi all’Angelo, indaga la Corte dei Conti

MESTRE. «Non c’è nulla di nascosto, uffici e contratti sono a disposizione e il direttore amministrativo Fabio Perina ha avuto il preciso mandato di fornire documentazione e ragguagli che verranno richiesti dalla magistratura contabile». È il pacato commento del direttore generale dell’Asl 12 Giuseppe Dal Ben alla notizia che la Corte dei Conti ha aperto più di un fascicolo - con il viceprocuratore regionale Alberto Mingarelli - sull’Ospedale dell’Angelo e in particolare sul project financing che riguarda il nuovo nosocomio di Mestre. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura contabile - sollecitata da alcuni esposti presentati tra gli altri dal Movimento Cinque Stelle sui costi di realizzazione dell’ospedale - diversi aspetti legati alla nuova struttura progettata dall’architetto Emilio Ambasz per conto dell’azienda sanitaria e realizzata da una cordata la cui capofila era la Mantovani. Dal costo degli arredi che sarebbe di oltre 7 milioni di euro superiore a quello preventivato, agli incassi della società concessionaria dei servizi non sanitari dell’Ospedale - la Veneta sanitaria - che sarebbero stati non in passivo di circa 4 milioni di euro, come si prevedeva nel piano finanziario, ma in utile per quasi la stessa cifra, e la Corte dei Conti vuol sapere se l’azienda sanitaria abbia chiesto una revisione del prezzo in tal senso. Altre contestazioni si riferiscono al pagamento degli oneri di manutenzione sui macchinari anche per il primo anno di fornitura, teoricamente coperto da garanzia e mancati ribassi sui canoni. Una materia complessa e spinosa che la Corte dei Conti sta analizzando e su cui anche l’Asl 12, per impulso di Dal Ben ha costituito una commissione tecnica interna per la verifica del project financing dell’Angelo, che si occuperà anche di quello, in corso, per il Padiglione Jona. La sostituzione dell’ingegner Girolamo Strano, direttore del Dipartimento tecnico con Mario Po, direttore del Dipartimento pianificazione e sviluppo, si inquadrerebbe proprio nel far prevalere in questa fase gli aspetti gestionali - su costi e benefici degli interventi - piuttosto che quelli di carattere tecnico e ingegneristico. Da parte sua l’Azienda sanitaria guarda con un certo distacco all’indagine avviata dalla Corte dei Conti sull’Ospedale dell’Angelo, nella consapevolezza che aumenti di costi sono legati alla dimensione e alle caratteristiche del nuovo nosocomio rispetto al vecchio Umberto I. A questo sarebbero legati, ad esempio aumenti dei costi di pulizie dell’ordine del 40 per cento rispetto a una struttura prima fatiscente. Da segnalare anche, con la crisi, un ridimensionamento delle prestazioni anche dell’Angelo, con circa 140 mila esami e prestazioni in meno rispetto all’anno precedente.
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