Armi ed esplosivo in casa Baldan ha patteggiato
CAMPONOGARA. Ha patteggiato davanti al Gip del Tribunale di Venezia Alberto Scaramuzza e con l’assenso del Pm Giorgio Gava una pena a un anno e 5 mesi e non menzione, Silvio Baldan, 51 anni di Camponogara, accusato di detenzione illegale di armi da guerra.
Si è chiusa ieri mattina in questo modo un’intricata vicenda che era cominciata a febbraio, grazie a un’operazione condotta dai carabinieri di Piove di Sacco. Operazione che portò Baldan dietro le sbarre. Una prima vittoria per lui, dipendente della Biotto di Camponogara, azienda specializzata nel recupero di ordigni bellici, era arrivata quando poche settimane fa è decaduta l’ipotesi di associazione a delinquere. Di seguito, con l’altro accusato Stefano Sambin, 41 anni di Piove di Sacco, sono arrivati gli arresti domiciliari. I due erano stati accusati e incarcerati per aver messo in piedi, secondo le Procure di Padova e Venezia, un vero e proprio supermarket dell’esplosivo dove, sempre secondo l’accusa, si sarebbe rifornita la malavita. In tutto erano stati trovati 40 chili di esplosivo ad alto potenziale. A accettare la richiesta di scarcerazione era stato il Tribunale del Riesame di Venezia, composto dai giudici Angelo Risi, Patrizia Montuori e Patrizia Beccaro. «Si è dimostrato», ha spiegato in quell’occasione l’avvocato Pascale De Falco difensore di Baldan, «che il mio assistito, di fatto alla guida della Biotto di Camponogara, con due ex dipendenti non aveva più rapporti. Erano stati licenziati da anni. È chiaro che entrambi gli arrestati non costituivano alcuna associazione a delinquere. Una ipotesi di reato eccessiva».
L’operazione condotta dei carabinieri coordinati dai pm Daniela Randolo di Padova e Giorgio Gava di Venezia, era iniziata il 27 febbraio da una perquisizione fortuita a Pontelongo nei confronti di B.M. che aveva scoperto un proiettile d’artiglieria della Prima guerra mondiale e di 19 munizioni di vario calibro. La ricerca era stata estesa all’abitazione di M.N. a Pontelongo, al quale era stata sequestrato un proiettile da contraerea dello stesso conflitto. Baldan aveva a disposizione un proiettile da cannone da 149 mm. Ieri l’epilogo della vicenda . «Il mio assistito ha patteggiato un anno e 5 mesi di reclusione», spiega De Falco, «per l’accusa di detenzione illegale di armi da guerra, pena sospesa .Avrà anche il beneficio della non menzione».
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