Aria avvelenata, Pm 10 oltre ogni limite
MESTRE. La tregua è durata pochissimi giorni, lo smog che impregna l’aria che respiriamo è tornato a livelli record. Per rendersi conto della gravità della situazione basta sapere che dall’inizio del 2016 sono passati 26 giorni dei quali ben 18 hanno registrato valori allarmanti non solo di polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) ma anche dei biossidi di azoto (NO2) che sono uno degli inquinanti primari più pericolosi dal punto di vista sanitario, direttamente collegato agli scarichi degli autoveicoli - a cominciare da quelli con il motore diesel - al riascaldamento domestico e alle emissioni delle centrali temoelettriche. Malgrado ciò e gli appelli di comitati, ambientalisti e consiglieri comunali e regionali, sia il sindaco Metropolitano Lugi Brugnaro che il governatore Luca Zaia e il Governo per tutta l’area Padana non hanno varato alcuna misura per tentare di ridurre le emissioni inquinanti.
Emergenza continua. Negli ultimi otto giorni le concentrazioni di polveri sottili (Pm10) hanno raggiunto valori molto elevati, tra i 100 e i 200 microgrammi di media giornaliera, con conseguenze sempre più gravi per la salute pubblica, a cominciare dai bambini. Ieri il Pm10 ha registrato un picco record di ben 242 microgrammi nella stazione di via Tagliamento alla Gazzera (ovvero quasi cinque volte il limite di sicurezza fissato a 50 microgrammi dalle direttive europee), 235 microgrammi in via Beccaria a Marghera, 204 al parco della Bissuola a Mestre e 140 (media giornaliera dell’altro ieri) e oltre 100 a Sacca Fisola.
Polveri ultrasottili. Non meno preoccupante è la situazione nell’area Metropolitana, con valori decisamente drammatici che arrivano dalla centralina dell’Arpav dislocata a San Donà di Piave che misura in particolare una particella ancora più piccola delle polveri ultrasottili (Pm2,5) che entrano direttamente nelle nostre vie respiratorie. A fronte del limite dei 50 microgrammi, ieri sono stati raggiunti i 134 microgrammi, un valore decisamente elevato che rispecchia un avvelenamento di fondo dell’aria di tutta l’area Metropolitana.
Inquinamento prolungato. L’Arpav, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, in una nota diffusa ieri ha informato che le stazioni di fondo (background) di monitoraggio dell’aria - che rilevano i dati delle concentrazioni di inquinanti più rappresentativi delle aree urbane molto abitate - hanno registrato «fenomeni di superamento prolungato del valore limite giornaliero del Pm10 che hanno raggiunto ieri 8 giorni consecutivi nelle aree ubane di Venezia, Treviso, Padova, Rovigo e Adria».
L’Arpav conferma poi che sono evidenti anche a Venezia, oltre che in alcune stazioni di Padova, Vicenza, Rovigo e Verona, «segnali critici come gli episodi di superamento dei 100 microgrammi (il doppio del limite di sicurezza) per almeno 3 giorni consecutivi, in quanto la popolazione è esposta a concentrazioni particolarmente alte di Pm10, per un periodo molto prolungato».
Le previsioni. L’Arpav avverte che anche nei prossimi giorni «l ’alta pressione atmosferica e l’inversione termica con nebbie stazionarie che non precipitano al suolo, continueranno a favorire il ristagno e l’accumulo degli inquinanti negli strati più bassi dell’atmosfera. Per domani, giovedì 28, è previsto un passaggio di una debole perturbazione con qualche locale precipitazione, soprattutto nella parte orientale del Veneto; ciò potrebbe favorire un relativo miglioramento della qualità dell’aria anche se si ritiene che le concentrazioni di Pm10 resteranno in prevalenza su livelli superiori alla soglia dei 50 microgrammi».
L’Arpav consiglia di «adottare le seguenti buone pratiche: ridurre l’uso degli autoveicoli a motore privati; spegnere il motore dei veicoli durante le soste prolungate (fasi di carico/scarico merci, stazionamento dei bus ai capolinea, passaggi a livello); ridurre ove possibile le ore di funzionamento e le temperature degli impianti di riscaldamento domestico; ridurre l’utilizzo di stufe e caminetti alimentati a legna, cippato e pellet; evitare combustioni all’aperto di residui agricoli e forestali».
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