Aree di crisi, il “giallo” dell’esclusione

Il mancato rifinanziamento degli ammortizzatori sociali allarma i sindacati. Confindustria lavora a un’intesa con il ministero
Di Gianni Favarato
GIORNALISTA: Chiarin AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Confindustria Venezia, Vega, Marghera DESCRIZIONE: Le 10 priorità degli imprenditori veneziani per le elezioni amministrative del prossimo 31 maggio 2015 secondo Confindustria Venezia - nella foto: Matteo Zoppas
GIORNALISTA: Chiarin AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Confindustria Venezia, Vega, Marghera DESCRIZIONE: Le 10 priorità degli imprenditori veneziani per le elezioni amministrative del prossimo 31 maggio 2015 secondo Confindustria Venezia - nella foto: Matteo Zoppas

Porto Marghera e Murano sono aree di crisi complessa o no? Il “giallo” non è ancora possibile risolverlo: colpa del ministero dello Sviluppo economico – attualmente in fase di insediamento del nuovo ministro Calenda – o della Regione e del Comune di Venezia che non si sono dati da fare sufficientemente? C’è chi sostiene, come Confindustria, che è meglio considerarle aree di crisi non complessa.

Il giallo della scomparsa. Si tratta di un errore o una dimenticanza casuali, o c’è la volontà di escludere Venezia e le sue aree di crisi dagli interventi straordinari del Governo a favore di chi ha perso il posto di lavoro e non riesce a trovarne un altro? Eppure per anni si è lavorato per costruire una “rete” alla pesantissima e complessa crisi che ha investito negli ultimi dieci anni il sistema produttivo di Porto Marghera e del settore del vetro a Murano.

L’inutile tavolo in Regione. Senza futuro, a quanto pare, è anche la delibera – proposta dall’allora assessore Renato Chisso e approvato dalla Giunta regionale nel giugno 2013 – che proponeva al ministero dello Sviluppo Economico il "Progetto di riconversione e riqualificazione industriale per l'area di Porto Marghera e zone limitrofe di Murano” elaborato dal Tavolo istituzionale, e fin dal 2010 sono state inserite «nella Carta degli aiuti di Stato e qualificate come un’unica grande area di crisi industriale complessa che devono ottenere il formale riconoscimento».

Fatto sta che Venezia è stata estromessa dal recente rifinanziamento delle aree industriali di crisi complessa, con un totale di 235 milioni di euro per sostenere gli ammortizzatori sociali sono state escluse proprio Porto Marghera e Murano. Dunque, non sembrano essere serviti a niente gli anni di incontri e confronti tra sindacati dei lavoratori, industriali, Regione, Comune e ministero dello Sviluppo attorno al Tavolo istituzionale regionale appositamente creato, tra il 2010 e il 2012, per predisporre una sorta di piano di salvataggio e rilancio dell’area industriale di Porto Marghera e di quella dell’isola di Murano, sfiancate da una sfilza di chiusure di aziende con lunghe liste di cassintegrati e disoccupati e in lista di mobilità.

Allarme dei sindacati. Cgil, Cisl, Uil veneziane hanno già chiesto a Regione Veneto e al Comune di Venezia di «attivarsi» presso il Governo per capire il motivo dell’esclusione e, in ogni caso, reinserire nel decreto di rifinanziamento anche Porto Marghera e Murano con la loro lunga lista di cassintegrati (Cig) e disoccupati (Naspi) che potrebbero avere sussidi (500 euro al mese) per altri dodici mesi. Il provvedimento di rifinanziamento delle «aree di crisi complessa» è inserito nel decreto correttivo del Jobs Act che, come ha annunciato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, verrà varato entro questa settimana. Per Elena Di Gregorio, segretaria generale Cgil del Veneto, l’esclusione di Porto Marghera dalle nuove misure per le aree di crisi complessa «è una immotivata penalizzazione del sito veneziano che deve essere sostenuto e rilanciato visto che si tratta di un’area strategia nazionale, oggetto di importanti accordi di programma finalizzati al rilancio produttivo sostenibile e all’occupazione». Anche Cgil, Cisl e Uil regionali hanno «sollecitato il Governo a una revisione delle proprie scelte, riconoscendo a Porto Marghera lo status di area di crisi complessa» e si sono appellate «a Comune e Regione per un forte impegno su un’area che ha un peso rilevante per Venezia e il Veneto».

L’auspicio di Confindustria. Il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas, chiarisce che «Porto Marghera non é e non può essere considerata oggi una area di crisi complessa in quanto nel 2013 un decreto legge ha modificato le condizioni per cui il riconoscimento di tale status può essere richiesto. Ma stiamo lavorando grazie ad una convenzione di Confindustria nazionale con il ministero dello Sviluppo economico affinché sia possibile ottenere il riconoscimento di area di crisi non complessa per dare un volano alle aziende che vogliono sviluppare nuove attività o migliorare quelle esistenti. Stiamo da tempo collaborando con la Regione affinchè essa, quando sará emanato il decreto attuativi, possa inserire Marghera in queste aree e, accedendo da parte delle imprese ai finanziamenti, si possano sviluppare opportunità produttive ed occupazionali». Anche Murano sarà inserita nelle aree di crisi non complesse e vedrà l’apertura di un «tavolo per trattare le criticità e le proposte di sostegno al settore, l’istituzione di una zona franca urbana, la certificazione nazionale del marchio artistico e la creazione di un impianto di recupero del cocciame di vetro».

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