Aree commerciali con sosta a pagamento

Convenzione rinnovata per altri tre anni per la gestione integrata di 316 posti di sosta delle auto in via Torino attorno all’ipermercato Interspar.
Una convenzione che potrebbe fare scuola a Mestre dove da anni si assiste al “due pesi e due misure”: l’area commerciale dell'Interspar di via Torino prevede che la sosta si paghi, secondo la convenzione col Comune. In centro a Mestre per fare shopping la sosta si paga a differenza dei parcheggi di supermercati e centri commerciali, in primis i colossi Auchan, Panorama e Nave de Vero, dove la sosta è gratuita e dove, per precisione, era emerso che non veniva pagata la Tari corrispondente alle grandi aree di sosta. Leggendo il testo della delibera comunale che rinnova per altri tre anni la convenzione con Aspiag (proprietaria di Interspar) e Cervet srl (la società di Francesco Fracasso che ha edificato nell’area dell’ex deposito di via Torino) emergono le contraddizioni della gestione dei parcheggi nelle aree commerciali di Mestre.
I parcheggi tra supermercato e torre Hybrid, in via Torino, sono gestiti con un sistema che garantisce due ore di sosta gratis ai clienti del supermercato e per gli altri, vedi i turisti che parcheggiano qui per andare a Venezia, il costo è di 1.20 euro all’ora dalle 8 alle 20 mentre la sera, dalle 20 alle 8, la sbarra chiude gran parte dell’area di sosta all’accesso incontrollato. E nessuno si lamenta.
L’area esterna nel 2017 ha prodotto un incasso di 25.600 euro (per 56 stalli) più 11.450 euro (per 316 stalli interni al centro commerciali) «con una costante rotazione e un presidio continuo delle aree». In tutto, poco più di 37 mila euro. Accordo vantaggioso per tutti e si va al rinnovo con l’aggiunta di 30 abbonamenti (valore 2.100 euro) oltre i 20 posti per il personale dell’ipermercato. «Accordo da copiare», ammette l’assessore alla Mobilità Renato Boraso. Da un anno in Comune si lavora per trasformare in strisce blu, dove pagare la sosta, una quindicina di aree di standard pubblici di parcheggio inserite all'interno delle aree di sosta dei centri commerciali della città. Oggi gratuite.
«Ci pensiamo, eccome. Ma ci sono questioni urbanistiche e patrimoniali da chiarire tanto che abbiamo incaricato Avvocatura civica e Patrimonio di studiare con attenzione le convenzioni, che su questo sono tutt’altro che chiare. Se agissimo di imperio, il rischio sarebbe di ritrovarci con una raffica di ricorsi al Tar e di uscirne sconfitti», ammette Boraso. «Le vecchie convenzioni non sono scritte con chiarezza come quella che riguarda Aspiag e Cervet, stilata dall’amministrazione precedente e che noi riconfermiamo per altri tre anni. Il concetto è giusto: concedere due ore per la sosta gratuita ai clienti delle strutture commerciali e per chi ha altri utilizzi si prevede un pagamento. Un modello a mio avviso praticabile anche per le nuove autorizzazioni perché come si è visto in via Torino alla fine tutti sono contenti».
Il problema è capire come applicarlo nei centri commerciali aperti da anni. Per il Comune, ampliare questo tipo di accordi garantirebbe entrate extra. E ci sarebbe equità come segnalano comitati e commercianti. «Fondi che potremmo usare per rimettere in sesto le strade del Comune», precisa Boraso. Un conto aveva provato a farlo nel 2015 il deputato e consigliere Pd, Nicola Pellicani che spinge per agire da tempo: per circa 15.000 posti auto disponibili applicando una tariffa minima per la sosta, in 52 settimane il Comune incasserebbe 9 milioni di euro.
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