Area ex Vempa, mazzata sui costruttori

Zappalorto rivede gli oneri urbanistici: il gruppo tedesco AoHostel invece di 220 mila euro dovrebbe pagare 7 volte tanto
Di Mitia Chiarin
Dibattito pubblico sul degrado e la microcriminalità a Mestre presso il bar Il Palco in piazzetta Toniolo - nella foto Simone Venturini, pres. Centro Culturale Santa Maria delle Grazie
Dibattito pubblico sul degrado e la microcriminalità a Mestre presso il bar Il Palco in piazzetta Toniolo - nella foto Simone Venturini, pres. Centro Culturale Santa Maria delle Grazie

Una lettera ai due candidati sindaco per spiegare che sono a rischio importanti investimenti a Mestre. L’amministratore della AoHostel, società tedesca specializzata in strutture ricettive per studenti e universitari, Tiberio Scozzafava-Jaeger, spiega che il progetto per costruire 750 stanze di albergo sulle ceneri della Vempa, appena demolita, rischia di saltare, determinando «un nuovo vuoto urbano a Mestre, dove invece c’è l’indubbia necessità di portare a compimento le iniziative avviate e di promuovere e rilanciare lo sviluppo urbano». Un annuncio che stupisce ma trova la sua spiegazione in una recentissima delibera dell’amministrazione comunale, quella ancora nelle mani del commissario Zappalorto, che ha rivisto le tabelle degli oneri urbanistici a carico di chi costruisce.

I costi di costruzione per la “nuova vita” dell’area Vempa, oggi un deserto, dopo le demolizioni che hanno abbattuto un edificio abbandonato da anni e finito con il diventare rifugio di spacciatori, passano, spiegano alla AoHostel, da circa 220 mila euro previsti ad un milione e 400 mila euro, circa il 10 per cento dell’investimento privato. Aumento che «incide in maniera determinante sulla fattibilità dell’intera operazione tanto da rendere l’investimento non più conveniente».

I privati del gruppo tedesco di conseguenza si affidano ai candidati sindaco chiedendo una verifica di «sostenibilità della decisione del commissario governativo perché rischia di assumere un significato vessatorio e penalizzante per le iniziative imprenditoriali».

E non sono mica soli. Altri imprenditori nell’area della stazione potrebbero pensare di lasciar perdere e di non investire più su Mestre. E se si pensa ad altri importanti progetti fermi come l’ex Umberto I, c’è chi teme l’addio dei costruttori alla città. E la politica non può non intervenire. «Le nuove tabelle degli oneri urbanistici rischiano di assumere un significato puramente vessatorio, se non sono accompagnate da una motivazione che non può esser solamente quella di fare cassa», spiega Nicola Pellicani, capolista della lista Casson e che con la Fondazione Pellicani ha lanciato in questi anni varie proposte di recupero del patrimonio edilizio mestrino e temi come il consumo zero di suolo sono entrati nella sua campagna elettorale e in quella di tutto il centrosinistra veneziano. «Il caso dell'ex Vempa è emblematico. La rottamazione di un edificio fatiscente abbandonato da anni, per realizzare un nuovo immobile, ovvero una struttura ricettiva, tipo ostello, va proprio nella direzione più volte auspicata di rottamare edifici vetusti per realizzarne di nuovi senza sprecare altre superfici. L'esplosione dei costi di costruzione rischia di compromettere la realizzazione dell'ostello e di bloccare sul nascere altre iniziative simili. Non appena eletta la nuova amministrazione dovrà prendere in mano la questione, cercando di favorire operazioni che, nel rispetto delle regole, puntano a riqualificare la città, senza consumare altro suolo».

Anche Simone Venturini, capolista della Lista Brugnaro, promette massima attenzione: «Dobbiamo assolutamente mettere come priorità la verifica di questa delibera e la sua modifica perché non possiamo permetterci che l’amministrazione diventi ostacolo alle iniziative imprenditoriali di sviluppo su cui noi stiamo puntando moltissimo», commenta. Intanto il mondo delle imprese e dei professionisti attende. Dopo il verdetto delle urne, questo tema dovrà essere affrontato altrimenti tanti progetti torneranno a fermarsi, definitivamente.

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