Area ex fosfogessi via libera ai lavori di messa in sicurezza

Entro aprile la Conferenza dei servizi, pronti 1,7 milioni Pellicani (Pd): fare in fretta per riconsegnarla al pubblico
Di Marta Artico

MESTRE. Entro aprile la Conferenza dei servizi sui fosfogessi. La comunicazione è stata data mercoledì, durante il Consiglio metropolitano che ha preso in esame l’interpellanza del consigliere del Pd, Nicola Pellicani, il quale da qualche mese ha riacceso i riflettori sul waterfront e sull’ex discarica che si allunga tra Campalto e il parco di San Giuliano.

Un problema che si trascina da anni e che rischia di impedire che la gronda lagunare venga aperta al pubblico e torni finalmente ad essere fruita dalla cittadinanza. «Entro aprile», spiega il consigliere comunale e metropolitano, «si svolgerà la Conferenza dei servizi per approvare il progetto per la definitiva messa in sicurezza dell’area. Il dirigente delle Politiche ambientali, Massimo Gattolin, ha specificato che lo scorso 10 marzo il Mav (l’ex Magistrato alle Acque) ha presentato in Regione le integrazioni al progetto attese da lungo tempo ed entro la fine del mese si riunirà la Conferenza per procedere con i lavori».

Prosegue: «C’erano quattro ipotesi alternative per la risoluzione del problema. La soluzione idonea è quella che prevede la realizzazione di una nuova linea di tubazione che dall’area dei fosfogessi di Campalto arrivi fino allo snodo dell’Isola delle Statue, per allacciarsi alla rete B3 esistente, collegandosi all’impianto Pif di Fusina». Gli interventi prevedono la spesa di 1,7 milioni di euro, e saranno coperti dall’ex Magistrato alle Acque.

«Sono passati tredici anni dalla fine dei lavori di bonifica, ma l’intervento non è stato sufficiente per mettere in sicurezza l’area», aggiunge. Il consigliere snocciola alcuni dati: il sito si estende per 27 ettari fino agli anni ’80 usati come discarica di rifiuti industriali speciali - 300mila metri cubi di fosfogessi e 500mila di rifiuti nocivi - per la quale nel 1999 è stato predisposto un progetto di messa in sicurezza, che prevedeva il blocco della diffusione nell’ambiente di inquinanti e la diminuzione dell’esalazione di gas radioattivo, costato oltre 28 milioni di euro.

Nel 2004 sono stati conclusi i lavori di messa in sicurezza dell’area e nel 2010 è scaduto il termine di monitoraggio dei lavori. I collaudi successivi hanno evidenziato che lo strato di impermeabilizzazione non funziona e hanno accertato la persistenza di un flusso di percolato che filtra nel terreno.

Conclude: «È indispensabile riconsegnare quanto prima l’area all’uso pubblico, convocando la Conferenza dei servizi, tenuto conto anche che il Piano guida dell’architetto Di Mambro prevedeva il suo inserimento nel confinante Parco di San Giuliano».

Marta Artico

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