Area dell’ex Umberto I il degrado spadroneggia

Nell’edificio che ospitava l’Uffico Filtro entrano mendicanti e il verde è un bagno a cielo aperto. Residenti esasperati: «Meglio quando c’erano i senza fissa dimora»
Di Mitia Chiarin
sporcizia e degrado al ex ospedale Umberto I, Mestre
sporcizia e degrado al ex ospedale Umberto I, Mestre

L’amministrazione comunale aveva pensato di creare qui una nuova scuola materna per il centro di Mestre, preferendo questa funzione (abbinata alla nuova elementare al De Zottis) alle palazzine da 20 alloggi inizialmente ipotizzata dalla Dng, la società che ha acquistato tutta l’area dell’ex ospedale di Mestre, Umberto I, compreso l’ex ufficio filtro di via Antonio da Mestre che costeggia un piccolo giardino pubblico. Nella palazzina c’era la direzione sanitaria dell’Asl, prima l’ufficio prelievi. Idee di riuso rimaste tutte sulla carta mentre il degrado continua a farla da padrona, anche fuori dal perimetro di mura che circonda l’ex Umberto I, un perimetro facilmente aggirabile per quanti continuano ad entrare, specie di notte, a cercare rifugio nei padiglioni passati sotto la proprietà del Comune e non ancora sottoposti a recupero e riuso, vista la drammatica situazione del bilancio comunale.

L’ex ufficio filtro di via Antonio da Mestre, raccontano i residenti, «è visitato sempre più spesso da persone senza una fissa dimora. Persone che evidentemente arrivano di notte, dormono nelle stanze e poi la mattina li vedi uscire con trolley e valigie», raccontano alcuni residenti della zona tra via Circonvallazione e l’ex Umberto I. «Altrimenti ci sono quelli che passano dal giardino pubblico, passano per un buco della recinzione ed usano lo scoperto della struttura come una sorta di gabinetto pubblico a cielo aperto».

Vicini che rimpiangono quando la struttura veniva utilizzata dal Comune, d’inverno, come struttura di accoglienza d’emergenza per i senza tetto cittadini, assistiti dal progetto “Senza dimora” del Comune. «Certo che andava meglio quando c’erano loro. Li vedevi la mattina spazzare anche i marciapiedi esterni, tagliare l’erba. Prendersi, insomma, cura della struttura. Altro che la situazione attuale di degrado. Peccato abbiano chiuso tutto, pare perché non c’erano i soldi per sistemare la caldaia», dicono gli abitanti della zona che continuano a chiedere all’amministrazione comunale un intervento risolutivo sull’area dell’ex Umberto I, visto che i cantieri delle torri della Dng ancora non si vedono all’orizzonte.

Quanto costa recuperare i padiglioni Pozzan, De Zottis e gli altri passati al Comune? La stima l’aveva fatta l’assessorato ai Lavori pubblici del Comune: trentaduemila euro è il costo di messa in sicurezza per la nuova recinzione; 30 mila euro per la protezione della vecchia casetta delle suore; quasi 500 mila euro per sistemare il verde, con videosorveglianza (50 mila euro) e illuminazione (25 mila euro). I costi di recupero degli immobili vanno dai 2 milioni e 247 mila euro del De Zottis ai 2 milioni e 304 mila euro del Cecchini mentre il Pozzan costerà 1 milione e mezzo di euro. Complessivamente per il recupero servirannno almeno 11 milioni e 600 mila euro per sei edifici, compresa proprio la ex direzione sanitaria di via Antonio da Mestre.

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