Archivisti da tutta Italia studiano il “caso Porto Marghera”

Un seminario della Fondazione Gianni Pellicani sul materiale fotografico, testuale e tecnico degli archivi d’impresa. La memoria salvata di Fertimont e Montefibre

MESTRE. La storia di Porto Marghera alla ribalta nazionale: la memoria novecentesca dell’industria veneziana diviene oggetto di ricerca sistematica. La vita in fabbrica, le testimonianze del mondo del lavoro e dell’impresa diventano le fonti primarie per lo studio di un mondo che è andato scomparendo. Di fronte al rischio che le tracce di una secolo di storia industriale vengano cancellate, sono nate nel tempo, qua e là varie iniziative meritevoli, ma su impulso della Fondazione Gianni Pellicani, che opera fin dall’inizio, gomito a gomito con la Soprintendenza ai Beni Archivistici, il Comune di Venezia e in stretta collaborazione con la Regione e altri enti pubblici e privati, il lavoro si è trasformato in un’attività permanente.

Con un seminario a Villa Settembrini la Fondazione Pellicani ha presentato a studiosi arrivati da tutta Italia il “caso Porto Marghera”, con relazioni di rappresentanti di alcune delle più importanti realtà archivistiche italiane nel settore dell’impresa, come l'archivio Eni o il progetto del Mibac sul portale degli archivi d'impresa.

In particolare è stato presentato il lavoro svolto sull'Archivio Fertimont che raccoglie documentazione tecnica prodotta tra il gli anni '20 e gli anni '90 nel settore della produzione di fertilizzanti e prodotti chimici per l'agricoltura realizzata inizialmente da Montecatini e Vetrocoke, imprese poi convogliate nel gruppo Montedison e nelle sue diverse divisioni specializzate.

Quindi migliaia di disegni tecnici originali (su lucido o eliocopia), afferenti ad impianti, manufatti, progetti (sia impiantistici che edili), planimetrie, tracciati di tubazioni, da una scala generale (1:10.000) fino al dettaglio in scala 1:1 che permettono non solo uno studio dettagliato dell'area ma l'approfondimento delle tecnologie spesso d'avanguardia utilizzate nella produzione a Porto Marghera durante tutto il Novecento.

È stato inoltre presentato il lavoro in atto sull'Archivio Montefibre sulla documentazione fotografica dei lavori di abbattimento del sito e diverse videointerviste a operai, tecnici, dirigenti della Montefibre per preservare la memoria di una fabbrica tra le più importanti nella storia di Porto Marghera, una vera e propria “roccaforte” della produzione di fibra acrilica a livello mondiale capace di raggiungere la quota 70.000 tonnellate annue prodotte alla fine degli anni Settanta.

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