Architetto trovato morto a San Basilio

Luca Ugolini, 45 anni, si è sentito male giovedì all’imbarcadero Actv. Cadendo si è procurato una profonda ferita alla testa
Di Francesco Furlan

Una guardia giurata ha sentito un tonfo, si è avvicinata all’imbarcadero e ha visto un uomo per terra, con una vistosa ferita alla testa. Inutili tutti i tentativi di rianimarlo, da parte dei medici del Suem, intervenuti con l’idro-ambulanza dall’ospedale civile, insieme ai carabinieri del nucleo Natanti, chiamati per ricostruire quanto accaduto.

È successo giovedì sera intorno alle 23 al pontile di San Basilio. La vittima è Luca Ugolini, di 45 anni, originario di Macerata, ma residente a Venezia da quando ne aveva 19 anni ed era studente dell’Università Iuav. Abitava alle Zitelle della Giudecca con la compagna, in una casa che stava ristrutturando.

L’ipotesi principale, al momento, è che sia stato colto da malore, forse un infarto e che, nel cadere, abbia sbattuto la testa contro la bitta del pontile, provocandosi una profonda ferita. Il pubblico ministero di turno, Francesca Crupi, ha disposto una prima ispezione del medico legale e a seguire, se lo riterrà necessario, disporrà anche l’autopsia. Stando ai primi accertamenti da parte dei militari non ci sono elementi per supporre che ci possa essere stato qualcuno con lui. Ugolini, architetto al Lido nello studio di M+B - aveva lavorato anche all’allestimento di alcuni padiglioni della Biennale - l’altra sera era andato a giocare a basket in un campo di Santa Margherita, per la partita del giovedì insieme a un gruppo di amici, la squadra amatoriale “Manasse”, al parquet dei Carmini. Poiché si sentiva poco bene - come spiegano alcuni amici - aveva però deciso di andarsene un po’ prima, raggiungendo a piedi l’imbarcadero di San Basilio per tornare a casa alla Giudecca. Ed è all’imbarcadero che - come hanno potuto ricostruire i carabinieri - Ugolini è stato colto dal malore, e inutilmente soccorso prima dalla guardia giurata, e poi dai medici. Per consentire le operazioni il pontile è stato chiuso per oltre un’ora. Nella giornata di ieri la notizia della sua morte si è sparsa tra i tanti amici con i quali condivideva l’amore per Venezia, la città nella quale aveva deciso di vivere, per i viaggi, e per il basket.

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